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Questo articolo è stato pubblicato il 09 febbraio 2014 alle ore 08:18.

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GENOVA
Si profila già un progetto articolato per i 100mila metri quadrati di aree che l'Ilva di Cornigliano si è detta disponibile a restituire a Genova. Il piano che le istituzioni del capoluogo ligure hanno in mente, e che si sposa con i desiderata di Confindustria Genova (si veda Il Sole 24 Ore di ieri), mette sul piatto la possibilità di creare energia elettrica e calore a basso costo, accostandola allo smaltimento di rifiuti urbani, attraverso l'utilizzo di tecnologia rispettosa dell'ambiente. Il tutto prende spunto dal più ampio contorno di Genova Smart City, dove si sono confrontati molti dei soggetti interessati al progetto: Ansaldo Energia , Iren, Siemens, Abb.
Al centro del piano ci sono quattro aree attualmente all'interno dell'Ilva, due delle quali a Levante, che comprendono una banchina alla foce del torrente Polcevera e l'area dove sorge la centrale elettrica della fabbrica, oggi in disuso; gli altri due spazi sono a Ponente, vicini all'aeroporto: uno ospita un grande edificio ed è collegato con la viabilità esterna; il secondo è più in una parte più interna.
A spiegare, nei dettagli, l'operazione che istituzioni e industriali vorrebbero portare avanti è Stefano Bernini, vicesindaco e assessore all'urbanistica del Comune di Genova. «L'obiettivo - afferma Bernini - è di raggiungere un bel risultato per l'ambiente, coinvolgendo vecchie e nuove attività».
Per quanto riguarda le aree di Ponente, c'è l'idea di costruirvi una centrale elettrica e di teleriscaldamento. «Il tutto - dice Bernini - nasce dal fatto che nella zona della Fiumara (vicina agli spazi che Ilva lascerebbe, ndr) esiste una centrale di cogenerazione, realizzata da Iren e Ansaldo Energia, che garantisce il teleriscaldamento al centro commerciale esistente a agli edifici intorno. Si tratta di un impianto vecchio che va rinnovato e potrebbe essere ricostruito nell'area dove sorgeva la centrale in disuso dell'Ilva. Il nuovo impianto di cogenerazione,che potrebbe essere a gas, dovrebbe servire ad alimentare la produzione di banda stagnata di Ilva, oltre a convogliare energia su Fiumara e zone circostanti». Nei giorni scorsi, inoltre, Bernini ha siglato, proprio con Iren, un accordo per la realizzazione di un nuovo impianto di depurazione delle acque del Polcevera, dove si riversano fanghi e scarichi fognari.
«Lo spazio di 15mila metri quadrati dove sorgerà - dice il vicesindaco - è a 50 metri dall'area Ilva di cui stiamo parlando. Sulla centrale, dunque, potrebbe anche essere convogliato il biogas tratto da lì. Tutto ciò può essere finanziato con i contribuiti previsti dal ministero dell'Ambiente. Inoltre, vicino al depuratore, abbiamo l'idea di creare un impianto per lo smaltimento dei rifiuti urbani umidi, che porta un'ulteriore produzione di biogas e può essere finanziato attraverso il lighthouse project dell'Ue, cui Genova partecipa». Tutto questo, infine, si concilia con il progetto di «elettrificazione delle banchine del porto Genova, in corso di realizzazione con la partecipazione di Abb».
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