Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 09 febbraio 2014 alle ore 08:17.

My24

Eppure, a Mezzogiorno, qualcosa si muove. Sottotraccia, in riunioni private, con articoli sui giornali, cresce un movimento che dalla sponda culturale guarda con interesse crescente a quella imprenditoriale per cercare soluzioni e parole da spendere con la grande assente di questa stagione: la politica. E convincerla che così non va, che bisogna tornare a disegnare un futuro, che il meridione d'Italia ha buone carte da giocare solo che ci sia un tavolino a sostenerle.
L'imperativo è tornare a crescere a beneficio delle popolazioni meridionali, certo, ma anche e soprattutto dell'intero Paese perché l'ambizione è di cambiare stato e trasformarsi da vagone in locomotiva. Almeno, questo scrivono a quattro mani su Repubblica il presidente della Svimez Adriano Giannola e il presidente della Fondazione Matching Energies Marco Zigon. Un accademico e un industriale. I due sembrano fare da sponda ad Alberto Quadrio Curzio e Marco Fortis che dalle colonne di questo giornale indicano i «quattro pilastri» sui quali il Sud potrebbe e dovrebbe edificare il suo rilancio - manifattura, portualità e logistica, agricoltura, turismo - promettendo analisi accurate a sostegno della tesi.
Chiacchiere buone per convegni e carta stampata? Chissà. Questa rubrica è in grado di anticipare che la sortita di Zigon e Giannola prelude a un'iniziativa che nelle prossime settimane coinvolgerà una ventina di organizzazioni meridionaliste e altrettanti imprenditori del territorio che chiederanno alle Istituzioni, prima di tutto alle Regioni, di smettere di guardarsi l'ombelico e alzare lo sguardo sull'orizzonte.
Per osare tanto, si argomenta, occorre ridisegnare l'area dell'impegno politico e amministrativo per ricostituire il vecchio e caro Mezzogiorno che con i suoi venti milioni di abitanti e il suo prodotto interno lordo potrebbe essere l'ottava potenza dell'Unione europea.
Al bando, quindi, egoismi e gelosie. Mai più programmi mediocri e clientelari. Da dimenticare i progetti di cortile spesso configgenti e quasi sempre inconcludenti. Per sconfiggere la frammentazione, che tanti costi impone e riduce al lumicino la competitività di sistema, ai governatori sarà chiesto di uniformare intenzioni e azioni in un quadro strategico ben preciso che tenga anche conto della risorsa Mediterraneo.
Srm del gruppo Intesa San Paolo Banco di Napoli, presieduto da Paolo Scudieri e diretto da Massimo Deandreis, approva l'impostazione. L'Animi di Gerardo Bianco è pronta a fare da cornice. In campo, per dare corpo e significato all'operazione, ci sono il Censis, il Formez, il Centro studi Guido Dorso con il relativo Premio, l'Associazione Manlio Rossi Doria, l'Istituto Banco di Napoli, gli Studi Filosofici, l'Ipres pugliese, l'Osservatorio banche-imprese.
Poi la fitta serie di fondazioni: Con il Sud di Carlo Borgomeo, le palermitane Sicilia, Angelo Curella e Res (riconducibile all'attuale ministro per la Coesione Carlo Trigilia), le lucane Francesco Saverio Nitti e Giustino Fortunato, le napoletane Mezzogiorno Europa, Sudd, Valenzi. In ultimo ma non per ultima l'Aprom di recente affidata alla guida del presidente del Cnr Luigi Nicolais (Luigi Paganetto a capo del Comitato scientifico). L'elenco non è chiuso.
Una prima esperienza di lavoro in comune è stata realizzata un anno fa e non ha dato i frutti sperati - molto studio, un po' di attenzione mediatica, scarso impatto - come dimostra un'inchiesta del Mattino che sembra voler avviare una vera e propria campagna ospitando opinioni come quelle del giornalista scrittore Pino Aprile e dell'economista Gianfranco Viesti candidato alla guida della costituenda Agenzia per il Mezzogiorno.
Dunque, attenzione a evitare gli errori del passato. Gli incontri preliminari rimandano una forte energia positiva. In assenza di una convincente azione istituzionale, concausa di condizioni operative scoraggianti, questo nuovo legittimo blocco d'interessi intende colmare un vuoto non più sopportabile. Se la governance del Paese va modificata - questa la convinzione comune - quella del Mezzogiorno deve essere letteralmente rifondata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi