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Questo articolo è stato pubblicato il 09 febbraio 2014 alle ore 14:34.
L'ultima modifica è del 09 febbraio 2014 alle ore 20:49.

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È passata in Svizzera l'iniziativa contro la libera circolazione con l'Unione europea. Si è trattato di una battaglia all'ultimo voto, il risultato finale è un 50,3% di sì ed un 49,7% di no. Per vincere, l'iniziativa aveva bisogno di una doppia maggioranza, di cantoni e di votanti. La maggioranza dei cantoni era già apparsa chiara prima della fine degli spogli, mentre per la maggioranza dei votanti si è dovuto attendere sino al termine.

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Il voto fotografa una Confederazione spaccata, non solo nelle percentuali finali di sì e di no, così ravvicinate. Anche per aree linguistiche e per grandi città e piccoli centri. La Svizzera di lingua francese ha votato in sostanza contro l'iniziativa, a favore invece la Svizzera di lingua tedesca e quella di lingua italiana, con il Ticino al 68% di sì, il tasso più alto di adesione. Molte tra le grandi città hanno votato contro, come nel caso di Zurigo, Basilea, Ginevra. Molti piccoli e medi centri e molte regioni di campagna hanno invece votato a favore.

L'iniziativa promossa dalla Unione di centro (Udc), partito conservatore nazionalista ed anti europeista, che ha come leader di fatto l'imprenditore e politico Christoph Blocher, punta a bloccare l'accordo di libera circolazione in vigore con l'Unione europea ed a reintrodurre i contingenti per i lavoratori stranieri. Il Governo, la maggioranza del Parlamento, le associazioni delle imprese elvetiche, i sindacati, erano contro l'iniziativa ed hanno sottolineato i vantaggi che la libera circolazione comporta anche per l'economia svizzera, che ha un buon tasso di crescita ed ha una disoccupazione contenuta. Ma il voto ha premiato timori e paure su una presenza eccessiva di stranieri.

L'Udc punta ad una rinegoziazione degli accordi bilaterali con l'Unione europea e ad un meccanismo che stabilisca un canale preferenziale per i lavoratori elvetici e i già residenti. I possibili riflessi di questo meccanismo potrebbero riguardare non solo i lavoratori Ue che intendono risiedere stabilmente in Svizzera, ma anche i frontalieri. In Ticino i frontalieri italiani sono attualmente oltre 59 mila. Ora la palla è nel campo del Governo svizzero e in parte anche in quello della Ue. Berna deve decidere come muoversi concretamente, dopo questo voto, nei rapporti con la Ue. Bruxelles dal canto suo potrebbe richiedere alla Svizzera, a fronte della rimessa in discussione della libera circolazione, la rinegoziazione di tutti gli accordi economici bilaterali in vigore con la Confederazione.

Bruxelles: rammarico per l'esito della consultazione
La Commissione europea «si rammarica del fatto che un'iniziativa per l'introduzione di limiti quantitativi all'immigrazione sia stata approvata. Questo va contro il principio della libera circolazione delle persone tra l'Ue e la Svizzera». Così la Commissione Ue commenta l'esito del referendum svizzero che limita l'immigrazione di massa.

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