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Questo articolo è stato pubblicato il 12 febbraio 2014 alle ore 19:04.

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«Dalle strade delle città non vanno tolte le cassette di frutta, ma lo smog che non danneggia solo i prodotti alimentari ma anche la salute degli italiani». È quanto afferma Coldiretti, commentando la sentenza di Cassazione che ha confermato la condanna alla pena dell'ammenda inflitta dal Tribunale di Nola a un uomo che, come fanno molti suoi «colleghi» in tutte le città, esponeva tre cassette di frutta in bellavista sul marciapiede all'esterno del suo negozio.

Così la Cassazione ha imposto lo stop alla vendita all'aperto di frutta e verdura ai commercianti sorpresi a esporre sulla strada le cassette con gli alimenti. Gli esercenti rischiano così una condanna penale, punita con l'ammenda, per violazione della legge 283/1962, in materia di «disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande». Ma la Coldiretti insorge: «L'obiettivo - sottolinea una nota dell'associazione - deve essere quello di rimuovere le cause dell'inquinamento nelle città e non certo quello di ostacolare il consumo di cibi sani come l'ortofrutta che sono necessari per la salute dei cittadini».

Gli acquisti di frutta e verdura degli italiani nel 2013 «sono crollati al minimo da inizio secolo con le famiglie che - precisa l'associazione agricola - hanno messo oltre 100 chili di ortofrutta in meno nel carrello, rispetto al 2000». Le famiglie «hanno portato sulle tavole appena 320 chili di ortofrutta al disotto dei 400 grammi al giorno che l'organizzazione mondiale della sanità consiglia per mantenersi in forma». La sentenza della Cassazione «rischia però anche di favore i grandi centri commerciali e accelerare nei centri urbani la chiusura dei piccoli negozi alimentari che hanno fatto segnare un calo record delle vendite del 3% nel 2013- conclude coldiretti- un fenomeno che oltre ad effetti economici ed occupazionali determina un impatto negativo legato alla riduzione dei servizi di prossimità, ma anche un indebolimento del sistema relazionale, dell'intelaiatura sociale e spesso anche della stessa sicurezza sociale dei centri urbani».

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