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Questo articolo è stato pubblicato il 12 febbraio 2014 alle ore 12:49.

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A circa un anno da quando è stato creato l'apposito registro camerale le iscrizioni delle start up innovative in Italia hanno raggiunto quota 1618. Un'iscrizione necessaria questa per poter usufruire delle agevolazioni previste dal decreto sviluppo del Governo Monti e che ormai sono tutte a regime tranne quelle fiscali il cui decreto però è ormai a un passo dalla pubblicazione in Gazzetta. Le nuove start up nate negli ultimi 12 mesi e iscritte al registro sono state invece 752: in pratica ne nascono 2 al giorno.

Lombardia, Lazio e Piemonte al top delle iscrizioni
Come detto le iscrizioni di start up al registro delle Camere di commercio al 10 febbraio scorso hanno raggiunto quota 1618. Anche se alcune stime parlano di almeno 3mila nuove aziende innovative comprendendo quelle che non si sono iscritte. Al top delle iscrizioni ci sono la Lombardia con 328 start up, seguita a debita distanza da Emilia Romagna con 176 iscrizioni e dal Lazio con 169. Sotto il podio Veneto (140) e Piemonte (131). In coda il Molise con 9 start up, la Basilicata con 8 e la Valle D'Aosta con 5 iscrizioni nel Registro.

Quasi tutte in vigore le agevolazioni per le start up
Dopo più di un anno dall'entrata in vigore del decreto crescita bis a dicembre 2012 sono praticamente tutte a regime le agevolazioni e le misure di semplificazione per le start up. Si va dalle deroghe al diritto societario all'esenzione dal pagamento del diritto annuale, dell'imposta di bollo e delle spese di segreteria normalmente dovuti alla Camera di Commercio per i primi quattro anni di iscrizione. In pista anche la piena facoltà di remunerare i propri collaboratori con stock option, e i fornitori di servizi esterni (come ad esempio gli avvocati e i commercialisti) attraverso il work for equity, usufruendo di un regime fiscale e contributivo vantaggioso, nonché di assegnare ad una parte del salario un valore variabile dipendente dalla performance aziendale. Prevista infine anche l'introduzione di una disciplina in materia di lavoro a tempo determinato più flessibile rispetto alle altre imprese, così come la concessione di credito di imposta del 35% per l'assunzione di personale altamente qualificato. Manca ancora il tassello forse più importante: le agevolazioni fiscali per gli investimenti in start up. Il decreto che le prevede ha già avuto l'ok della Commissione Ue e ora aspetta solo la pubblicazione in Gazzetta.

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