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Questo articolo è stato pubblicato il 12 febbraio 2014 alle ore 17:12.
L'ultima modifica è del 12 febbraio 2014 alle ore 17:16.

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Il Governo tedesco ha alzato le stime di crescita per l'economia, come previsto, portandole all'1,8% per quest'anno (da +1,7%) e al 2% per il 2015 (prima stima) dopo il +0,4% messo a segno nel 2013. Le nuove previsioni sono più vicine alle attese dei principali esperti e istituti di ricerca nazionali che, in parte, ritengono possibile un +2% già quest'anno. Meno ottimiste sono, invece, la Commissione europea e la Bundesbank che confermano un +1,7% per quest'anno.

Le stime aggiornate del Governo sono contenute nel Rapporto annuale di previsione, il primo presentato dal Ministero dell'Economia e dell'Energia a guida Sigmar Gabriel (Spd). L'economia tedesca, ha detto Gabriel, «è bene avviata su un percorso di ripresa stabile e generalizzata». Il pil tedesco quest'anno, e a differenza degli scorsi anni quando il motore era stato l'export, troverà particolare sostegno nella domanda interna, ha sottolineato Gabriel, per la quale è previsto un incremento del 2% annuo, in forte accelerazione dal +0,7% del 2013.

Questa, ha detto Gabriel, è una buona notizia anche per i partner europei, in quanto la Germania, in questo modo, «si avvicina ulteriormente all'obiettivo di un graduale calo degli squilibri interni all'Eurozona». L'import, infatti, è previsto in crescita del 5% quest'anno, contro un +4,1% stimato per l'export. Berlino è stata oggetto negli ultimi mesi di forti critiche sia da Bruxelles sia da Washington per la forte crescita del suo attivo commerciale, salito a un nuovo record storico nel 2013. Al rafforzamento della congiuntura interna, ha ricordato Gabriel, contribuirà anche la progressiva introduzione del salario minimo (8,50 euro l'ora), una delle rivendicazioni principali dell'Spd per prendere parte alla coalizione di Governo con i partiti di centro guidati da Angela Merkel, e da investimenti più consistenti per la rete infrastrutturale in Germania. Il mercato del lavoro svolgerà «un ruolo centrale sulla dinamica della congiuntura interna», ha spiegato ancora Gabriel. Gli esperti del Ministero prevedono quest'anno un nuovo record di occupati, con un totale di 42,1 milioni e un aumento di 240mila unità rispetto al 2013. Il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere dello 0,1% al 6,8% quest'anno e restare stabile intorno a questi livelli nel 2015.

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