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Questo articolo è stato pubblicato il 13 febbraio 2014 alle ore 06:41.

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LONDRA. Dal nostro corrispondente
Non ora, non improvvisamente, non come prima. La Banca d'Inghilterra sventola una previsione di crescita del prodotto interno lordo britannico nel 2014 del 3,4% e traccia i confini della dinamica dei tassi d'interesse, e più in generale della politica monetaria, che intende perseguire. A sette mesi dal lancio della forward guidance che uncinava alla disoccupazione le scelte sul costo del denaro, Mark Carney si corregge. «I tassi potranno restare bassi per qualche tempo ancora», ha detto illustrando l'inflation report che immagina per quest'anno una galoppata dell'economia ben oltre il 2,8 fino ad ora calcolato. E tutto ciò nonostante il target del 7% delle persone senza lavoro sia ormai alle viste, essendo già oggi - e non a fine 2015 come calcolato dalla BoE - al 7,1 per cento.
Nasce così la forward guidance 2.0 di Mark Carney, scandita dall'assorbimento della spare capacity che frena il pieno sviluppo dell'economia. Diciotto indicatori saranno costantemente monitorati dalla Bank of England (BoE) per capire quando il potenziale inutilizzato, soprattutto relativamente al mercato del lavoro, darà segnali di erosione. «Pertanto - ha detto il governatore - quello che intendiamo fare è: assorbire la spare capacity nel volgere dei prossimi anni. Lo faremo per tenere l'inflazione nel target (2% n.d.r.) ed evitare lo spreco di capacità produttiva soprattutto nel mercato del lavoro. Lo faremo aspettando di alzare i tassi ..(quando l'obiettivo sarà stato raggiunto n.d.r) e poi con ritocchi graduali e limitati...». Fino al giorno della prima correzione la BoE continuerà con il programma di allentamento quantitativo che oggi è a quota 375 miliardi di sterline. E il primo rialzo dovrebbe maturare fra il secondo e il terzo trimestre del 2015 perché tanto ci vorrà, secondo le stime, per incidere sulla capacità inutilizzata che oggi è calcolata fra l'1 e l'1,5% del reddito nazionale. Una buona notizia per il partito conservatore del premier David Cameron che potrebbe andare alle urne, a metà 2015, con i tassi ancora ai minimi storici, mossa che l'elettorato apprezzerebbe molto. Entro il 2017, secondo questa ipotetica dinamica, il costo del denaro sarà fra l'1,5 e il 2 percento.
In realtà dubbi sulla capacità di previsione della Bank of England sono legittimi alla luce dell'errore macroscopico sulla disoccupazione che ha raggiunto il 7% in pochi mesi invece che nei previsti due anni. Ancor di più «perchè - ha notato Jonathan Loynes di Capital Economics - è stato introdotto un target (spare capacity n.d.r.) che è notoriamente concetto meno prevedibile ed evidente della disoccupazione». Anche per questo sui mercati prevale la sensazione che la revisione all'insù dei tassi possa maturare prima del previsto. Impressione così dominante da aver spinto la sterlina al rialzo contro le maggiori valute.
Resta da vedere, dunque, se il bouquet di diciotto indicatori che dovrà illuminare la via degli economisti della BoE si mostrerà più preciso e se una più battente comunicazione si confermerà mezzo più adeguato per convincere i mercati. «Il messaggio al mondo degli affari - ha insistito Mark Carney - è che vogliamo creare il tracciato per una politica monetaria diretta alla crescita...per passare dal risanamento all'espansione...senza correre alcun azzardo». Nello scenario di medio termine, secondo il governatore, i tassi «saranno al di sotto del 5%, livello raggiunto prima della crisi finanziaria». Come dire: tassi mediamente più bassi anche dopo il ritorno a condizioni di normalità. Condizioni che per Mark Carney, va precisato, non sono affatto state raggiunte nonostante la crescita prorompente. «La ripresa non è equilibrata - ha detto - né sostenibile» e soprattutto l'economia è ancora molto al di sotto dei numeri raggiunti prima della crisi.
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