Palazzo Vecchio cerca un sindaco: Nardella o Giani? Deciderà Renzi, ma qualcuno vuole le primarie

C'è chi piange e c'è chi sorride, in Palazzo Vecchio a Firenze, per la poltrona da sindaco Pd che si appresta a lasciare libera Matteo Renzi. E che intanto dovrà essere "rimpiazzata" per qualche mese, per arrivare al termine della legislatura e alle nuove elezioni comunali che si svolgeranno in maggio. Con la consapevolezza che chi oggi va ad occupare la poltrona vacante, sarà in pole position per tenersela nei prossimi cinque anni.

Quel posto, sussurrano in molti a Firenze, sarebbe stato "di diritto" del vicesindaco e assessore al welfare Stefania Saccardi, donna di polso e d'amministrazione, che avrebbe potuto incarnare la figura perfetta per guidare Palazzo Vecchio. E invece no. Saccardi è stata "comandata" da Renzi ad approdare in Regione Toscana, dove nei prossimi giorni andrà ad occupare con tutta probabilità la poltrona di vicepresidente a fianco di Enrico Rossi.

Per il ruolo di sindaco di Firenze - prima 'reggente' e poi, secondo le previsioni, titolato dalle urne - Renzi ha invece indicato il fedelissimo Dario Nardella, 38 anni, già suo vicesindaco dal 2009 prima di sbarcare l'anno scorso a furor di voti (più di novemila nelle primarie) nelle aule della Camera dei deputati, che ora dovrà abbandonare per incompatibilità. La sorte lo accomuna a Matteo Biffoni, altro deputato renziano "invitato" a candidarsi a sindaco di Prato: sia per Biffoni che per Nardella, l'indicazione del leader di partito non si discute.

Ma se a Prato il centrosinistra ha già deciso che le primarie per la scelta del candidato sindaco non si faranno, a Firenze il dubbio ancora aleggia. "Sarebbe opportuno fare le primarie per succedere a Renzi", ha rilanciato questa mattina il presidente del Consiglio comunale, Eugenio Giani, l'altro candidato che era stato ipotizzato per la successione a Renzi. "Ma se dovremo fare gioco di squadra e metterci d'accordo – ha aggiunto Giani – sarò il primo a prenderne atto".

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