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Questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2014 alle ore 14:37.
L'ultima modifica è del 14 febbraio 2014 alle ore 14:44.

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ReutersReuters

La vicenda dello scandalo per corruzione in Turchia non cessa di fornire nuovi elementi e creare nuove inquietudini ai mercati che hanno assistito ieri con una certa preoccupazione al raddoppio del deficit delle partite correnti turche balzato da 4,1 miliardi di novembre a 8,3 miliardi di dollari nel mese di dicembre.

Ma torniamo alle vicende giudiziarie. Il figlio del premier turco Recep Tayyip Erdogan avrebbe testimoniato davanti ai magistrati titolari della maxi-inchiesta sulla corruzione partita il 17 dicembre scorso, inchiesta che ha rischiato di travolgere il governo turco.

Secondo quanto emerso nel corso di un'intervista con uno degli indagati più importanti delle indagini sulle tangenti, Ali Agaoglu, pubblicata oggi dal quotidiano Hurriyet sulla sua pagina web, Bilal Erdogan avrebbe deposto martedì presso il tribunale di Istanbul.

I pubblici ministeri avevano convocato per un interrogatorio Bilal Erdogan lo scorso 25 dicembre, lo stesso giorno in cui avevano disposto gli arresti di decine di nuovi indagati per tangenti, che la questura di Istanbul si è incredibilmente rifiutata di eseguire venendo meno al principio della separazione dei poteri propri dello stato di diritto.

A inizio gennaio, inoltre, i giudici di punta dell'inchiesta Zekeriya Oz e Ali Aktas sono stati rimossi dalla scottante inchiesta sulla corruzione. Da metà dicembre a oggi sono centinaia gli agenti di polizia e i magistrati epurati perché sospettati di far parte della confraternita dell'imam Fethullah Gulen, un tempo alleato di Erdogan e ora suo acerrimo nemico, accusato dal premier di aver costituito uno "stato parallelo" che starebbe ora tentando un "golpe giudiziario" contro di lui.

ALTRE PURGHE. Proseguono intanto le purghe nella polizia turca avviate dal premier Recep Tayyip Erdogan in risposta all' esplosione della tangentopoli del Bosforo il 17 dicembre: i capi della polizia di altre 27 province sono stati rimossi ieri dall' incarico, riferisce la stampa di Ankara.

Da quando sono venute alla luce le accuse dei magistrati anti-corruzione contro decine di personalità vicine al governo, circa 7mila dirigenti e funzionari della pubblica sicurezza
sono stati trasferiti d'ufficio. Il premier turco ha affermato che dietro le inchieste dei magistrati si nasconderebbe un "tentativo di colpo di stato". L'opposizione accusa Erdogan di essere "pronto a tutto" per insabbiare le inchieste e restare al potere. Il quotidiano Posta riferisce che oltre ai capi della polizia di 27 province sono stati rimossi anche tre
vicedirettori generali della sicurezza. Nelle ultime settimane erano già stati trasferiti d'ufficio e sostituiti i capi della polizia di 47 province. Le purghe hanno portato anche al
trasferimento di oltre 200 magistrati, fra cui i responsabili delle indagini anti-corruzione.

COLLOCAMENTO DI BOND. La Turchia ha collocato recentemente con successo e con la collaborazione di Bank of America Merrill Lynch, BNP Paribas e Goldman Sachson un bond per 1,5 miliardi di dollari a 31 anni, scadenza 2045, a un rendimento di 6,70% che ha avuto richieste per 5 miliardi di dollari.

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