Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 17 febbraio 2014 alle ore 14:01.

My24
Mario Draghi (Lapresse)Mario Draghi (Lapresse)

Accusato di "usurpazione e reati contro la sovranità nazionale" di fronte alla Corte Costituzionale tedesca, Mario Draghi trova un inaspettato difensore nell'editore del settimanale tedesco Die Zeit. In un articolo sul Wall Street Journal, Josef Joffe, che oltre a essere editore è studioso di politica internazionale a Stanford, spezza una lancia a favore del presidente della Banca centrale europea, riconoscendogli il merito di avere dato una boccata d'ossigeno a Eurolandia.

Facendo il punto sul ricorso contro l'acquisto illimitato di bond da parte della Bce, questione che i giudici della Corte costituzionale tedesca di Karlsruhe hanno rinviato alla Corte di giustizia europea di Lussemburgo, Joffe sottolinea che i leader in Germania – e non solo - sono "segretamente felici del capo della Bce": i politici europei sono in realtà contenti che Draghi abbia trovato una soluzione – anche se fosse effettivamente "ultra vires", ovvero "al di là dei suoi poteri" - rivendicando alla Bce il diritto di acquistare debito sovrano, come ha fatto quando il 6 settembre 2012, quando la banca si è attribuita il diritto di impegnare la Bce in un programma Omt (Outright Monetary Transactions) illimitato. "La sola promessa ha fatto miracoli".
Sì - scrive l'editore di Die Zeit - Draghi ha ampliato il mandato della banca centrale e ha abilmente smussato la linea tra politica monetaria e salvataggi. "Ma come prendersela con un uomo che ha agito mentre i politici europei esitavano?". "Grazie a Dio il Signor Draghi mantiene la morale politica in questa bizzarra storia giudiziaria".

La Corte tedesca – spiega Joffe - spera che Lussemburgo dia "un'interpretazione restrittiva" e così riduca le ambizioni di Draghi per il programma Bce. E se non lo facesse? "Sarà Lussemburgo a prendersi le fionde e le frecce, non Karlsruhe". L'opinionista tedesco scommette che I giudici di Lussemburgo non saranno troppo duri per via del successo ottenuto. "Quello che il presidente della Bce Jean-Claude Trichet aveva iniziato nei giorni cupi del 2008-2008 e che Mario Draghi ha continuato a oltranza ("we'll do whatever it takes") ha effettivamente dato un po' di respiro a Eurolandia".
Resta il fatto – puntualizza Joffe - che l'Europa è ancora ben lontana dagli Stati Uniti, che sono una vera unione. L'Ue non ha una banca centrale come la Federal Reserve, non ha una politica fiscale comune né leader eletti per definire il bene comune.
"La bella cosa di Mario Draghi – conclude - è che ha guadagnato tempo all'Europa con un sotterfugio, risparmiando così ai grandi Paesi dell'euro la sofferenza di sacrificare altra sovranità sull'altare dell'Europa. Purtroppo l'Unione europea non ha usato questo tempo per riprendere il dinamismo mozzafiato degli anni '60 e '70. Ma questa è un'altra storia. E non sarà scritta né dalle corti né da Mario Draghi".

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi