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Questo articolo è stato pubblicato il 19 febbraio 2014 alle ore 23:05.
L'ultima modifica è del 20 febbraio 2014 alle ore 09:40.

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BRUXELLES – Werner Hoyer, il presidente della Banca europea degli investimenti (Bei), ha tratteggiato a Bruxelles le sfide post-crisi dell'Europa, oltre la questione debitoria, ricordando il ruolo che l'istituzione lussemburghese sta avendo in questo momento per aiutare i paesi membri più fragili, Italia in testa che nel 2013 ha beneficiato di contratti finanziari dalla Bei per un totale di 10,3 miliardi di euro.

«Sono tre le sfide che l'Europa ha dinanzi a sé, superata la fase più acuta della crisi finanziaria ed economica degli ultimi anni – ha spiegato Hoyer in una conferenza stampa –. La prima riguarda gli investimenti, che in media rimangono sotto alla media pre-crisi del 15 per cento. Non è un aspetto banale perché la carenza di investimenti ha un impatto inevitabilmente negativo sulla crescita potenziale dell'Europa».

La seconda sfida post-crisi individuata dal presidente della Bei, un ex vice ministro liberale degli Affari Esteri tedesco, è legata all'elevata disoccupazione, soprattutto giovanile, in molti paesi europei, soprattutto del Sud. «C'è un impatto negativo anche sulle qualifiche professionali e accademiche dei più giovani, che ha conseguenze in ultima analisi ancora una volta sulla crescita potenziale».

Infine, il terzo nodo riguarda la bassa produttività e la ricerca. «L'Europa sta perdendo terreno in questo campo», ha affermato Hoyer. Nel 2012, secondo le cifre della Bei, il Giappone ha investito in Ricerca e Sviluppo il 3,3% del prodotto interno lordo, gli Stati Uniti il 2,8%, l'Unione Europea l'1,9%. «Il dato europeo nasconde differenze nazionali, ma la media è bassa ed è molto significativa», ha precisato Hoyer. «Per recuperare i livelli dei tre paesi più dinamici in questo settore – Giappone, Stati Uniti e Corea del Sud – l'Europa dovrebbe investire 140 miliardi di euro in più all'anno. In termini assoluti gli investimenti europei in R&S sono stagnanti». La Bei è pronta ad affrontare i nodi attuali e quelli futuri, ha assicurato Hoyer.

L'istituzione europea ha firmato contratti finanziari nel 2013 per un totale di 71,7 miliardi di euro. Nel settore dell'innovazione, la Bei ha investito nel 2013 15,6 miliardi di euro, il 68% in più rispetto all'anno precedente. L'obiettivo della banca è di investire nel 2014 e nel 2015 circa 15,5-16,5 miliardi all'anno. Più in generale, l'anno scorso la BEI si è concentrata sui paesi più fragili, non solo Grecia, Cipro, Irlanda e Portogallo, ma anche Spagna e Italia, tra i maggiori beneficiari degli aiuti.

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