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Questo articolo è stato pubblicato il 19 febbraio 2014 alle ore 16:25.

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Storia clinica del cittadino disponibile con un clic grazie al fascicolo sanitario elettronico (Fse), senza più attese ed errori. Assistenza a tutto campo e ovunque grazie alla telemedicina con tanto di consulti on line. Le cure sul web, quelle che secondo le promesse degli ultimi anni (del ministro della Salute, dell'Innovazione e della stessa Confindustria) farebbero risparmiare una volta a regime fino a 12 miliardi al Servizio sanitario nazionale, prendono corpo grazie al decreto del Presidente del consiglio di ministri che prevede l'applicazione del Fse in tutte le Regioni entro il 30 giugno e le nuovissime linee guida sulla telemedicina domani sul tavolo della conferenza Stato-Regioni per il via libera definitivo.
E sempre nel settore delle tecnologie domani la Stato-Regioni darà il via libera anche al monitoraggio delle grandi apparecchiature: per Tac, risonanze magnetiche, acceleratori lineari, pet, sistemi gamma camera e così via, in uso in tutte le strutture sanitarie italiane pubbliche e private, scattano i controlli su collaudi, manutenzione effettuata o meno e relativi contratti, età.

Fascicolo sanitario elettronico allo starter
È il tassello fondamentale delle cure on line. Con la privacy garantita da regole ferree e poi, per ogni cittadino, un "nucleo minimo" di dati e documenti uguali per tutti, dai dati identificativi e amministrativi ai referti, dai verbali di pronto soccorso alle lettere di dimissione, dal profilo sanitario sintetico di ognuno di noi al dossier farmaceutico e al consenso o diniego alla donazione degli organi e tessuti. C'è poi una serie di documenti integrativi che arricchiranno il Fse e che dipenderanno dalle scelte regionali e che riguardano le prescrizioni (specialistiche, farmaceutiche, ecc.) le prenotazioni (specialistiche, di ricovero, ecc.), le stesse cartelle cliniche fino all'assistenza residenziale e semiresidenziale e le vaccinazioni, autocertificazioni, esenzioni ed eventuale partecipazione a sperimentazioni cliniche comprese. Un altro tassello del fascicolo sarà il «profilo sanitario sintetico», documento socio-sanitario informatico redatto e aggiornato dai medici e dai pediatri di famiglia, che riassume la storia clinica dell'assistito e la sua situazione corrente conosciuta. Obiettivo: favorire la continuità di cura. Ma anche il cittadino potrà dire la sua. E lo farà nel «taccuino personale dell'assistito» dove potrà inserire dati e documenti personali relativi ai propri percorsi di cura, anche effettuati presso strutture al di fuori del Ssn. Che non essendo però certificati dal Ssn, devono essere distinguibili da quelli inseriti da chi alimenta il fascicolo dal punto di vista clinico.

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Telemedicina
Collegamento diretto tra medico e paziente o attraverso un centro servizi che, passando attraverso il fascicolo sanitario elettronico, garantiranno il trattamento più idoneo al paziente. Che sia erogata sotto forma di telemedicina specialistica, di telesalute o di teleassistenza. Che si declini - per i medici specialisti - in teleradiologia o in telepediatria, in tele-emergenza o in telepatologia, piuttosto che - sul territorio - in tele-medico di famiglia o in tele-pediatra di libera scelta, dovrà rispondere a un modello di governance condiviso, applicato uniformemente sul territorio nazionale. E garantire l'interoperabilità dei servizi. A questo duplice obiettivo mirano le prime linee di indirizzo nazionali sulla telemedicina domani sul tavolo della Stato-Regioni. E ci sarà la "televisita" in cui il medico interagisce a distanza con il paziente - che potrà avere vicino un operatore sanitario - a da cui potranno derivare diagnosi e prescrizione di farmaci o di cure, il teleconsulto che avverrà anche la presenza fisica del paziente come attività di consulenza a distanza fra medici che permette e la telecooperazione sanitaria, cioè l'assistenza fornita da un medico o altro operatore sanitario a un altro medico o altro operatore sanitario impegnato in un atto sanitario, anche in situazioni d'urgenza e soccorso.

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Grandi apparecchiature
Tutte le «grandi apparecchiature» biomediche sia pubbliche che private saranno sottoposte a una verifica capillare sulle caratteristiche tecniche, l'utilizzo (quindi anche eventuali sprechi), i collaudi, le manutenzione, l'età, ma anche i costi (solo per le pubbliche però) e i contratti di fornitura. E chi non risponderà non potrà incassare le risorse in più che ogni anno sono aggiunte al fondo sanitario. Le grandi apparecchiature nel mirino nella prima fase saranno di sei tipi, che includono 19 sotto tipologie: Tac, Rmn, acceleratori lineari, sistemi robotizzati per chirurgia endoscopica, sistemi Tac-Pet, gamma camere computerizzate, Tac-gamma camere. Il meglio sulla scena della tecnologia medica. Che anche per questo va rispettata al massimo. E impiegata democraticamente e al meglio. Possibilmente con procedure d'acquisto trasparenti.

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