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Questo articolo è stato pubblicato il 20 febbraio 2014 alle ore 20:41.
L'ultima modifica è del 21 febbraio 2014 alle ore 08:14.

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La vicenda della crisi greca ha sempre nuovi capitoli. Il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ha bloccato un tentativo del suo ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble, che voleva offrire alla Grecia aiuti supplementari prima delle elezioni europee di maggio. Lo riporta il settimanale tedesco Der Spiegel (e il giornale greco Kathimerini) che aggiunge altri particolari alla intricata vicenda del salvataggio ellenico.

Schäuble, che ha appena cambiato portavoce nella persona di Arion Kothé fino al primo ottobre prossimo, voleva accelerare la decisione di un terzo piano di aiuti ad Atene (indispensabile) perché preoccupato, dopo il suo ultimo viaggio nella capitale greca, dal grave pericolo che potrebbe derivare da un clamoroso successo dei partiti anti-Memorandum (così vien chiamato l'intesa con la troika in Grecia) senza ulteriori aiuti da parte della Ue, ma il Cancelliere Merkel ha bloccato sul nascere l'iniziativa del suo fido ministro perché teme che questa concessione alle "cicale" del sud Europa potrebbe andare a sua volta a beneficio del partito euroscettico tedesco, AfD, una spina nel fianco sempre in agguato in Germania.

Tra la formazione greca Siryza e l'AfD teutonico, la Merkel ha scelto di disinnescare il partito tedesco. Così è toccato a Olli Rehn, il commissario europeo alle politiche monetarie, togliere le castagne dal fuoco alla cancelleria tedesca, rilasciando in un'intervista concessa al Welt am Sonntag la sua opposizione a un'ulteriore aiuto in favore di Atene in vista delle elezioni europee. Rehn ha detto al giornale che un dibattito su un'ulteriore riduzione del debito per la Grecia potrebbe essere discusso «durante l'estate o dopo». La tecnica del rinvio non perde consensi in Germania.

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