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Questo articolo è stato pubblicato il 20 febbraio 2014 alle ore 21:55.
L'ultima modifica è del 20 febbraio 2014 alle ore 22:52.

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È bufera in Sardegna, a tre giorni dal voto, sulla legge elettorale votata dall'Assemblea regionale sarda nel novembre del 2013, in base alla quale è stato eletto il Consiglio regionale isolano. Dopo la chiusura delle urne, la scia di polemiche è tale da far pensare addirittura ad un ricorso alla Corte Costituzionale per via della assenza del criterio di rappresentatività territoriale.

Penalizzati i territori meno popolati
La legge, pensata per quattro province, quelle storiche di Cagliari, Sassari, Oristano e Nuoro, dopo il referendum del 5 maggio 2012 che abrogavano le province di Medio Campidano, Carbonia Iglesias, Ogliastra e Olbia Tempio, di fatto è stata utilizzata per le otto vecchie ripartizioni provinciali. E ha finito per penalizzare i territori meno popolati. I problemi sono venuti fuori nel momento in cui si è passati all'attribuzione dei seggi per il Consiglio regionale. Il premio di maggioranza che spetta alle liste collegate al governatore di centrosinistra Pigliaru per aver superato il 40% (60% complessivo dei seggi), le molte liste e l'alto numero di voti disgiunti (ovvero la possibilità di votare una lista e un presidente di altra coalizione) hanno fatto impazzire il complicatissimo calcolo dei resti. E così sono stati premiati i territori più rappresentati, ovvero quelli con più elettori a scapito dei territori più piccoli.

Allo studio ricorso alla Consulta
Proteste arrivano da Michela Murgia, la scrittrice leader di Sardegna Possibile che ha preso oltre 75mila voti con la sua coalizione (10,30%, ma le liste non hanno superato il 5% quindi non elegge nessun consigliere regionale), da Antonio Satta, leader dell'Upc, ad Andrea Biancareddu, assessore dell'ambiente, anche lui gallurese (Udc) ma soprattutto da Giampiero Scanu, leader del Pd in Gallura, che si scaglia contro una legge per la quale ha chiesto di studiare un ricorso alla Consulta che potrebbe portare addirittura l'annullamento delle elezioni.

Nel mirino il sistema dei resti
Le conferme sugli esiti della legge arrivano dai numeri. Rispetto ai seggi che spettavano loro, la Gallura perde due consiglieri regionali su cinque, il Medio Campidano due su quattro, l'Ogliastra uno su due nonostante Angelo Ivano Stochino di Forza Italia abbia sfiorato i 5mila voti, il Sulcis due nonostante un candidato di Unidos abbia riportato oltre 2.200 preferenze. Tutto ciò per il complicatissimo calcolo dei resti, che premia i territori più rappresentati, ovvero quelli con più elettori, e che pone uno sbarramento del 5% ai partiti e del 10% alle coalizioni.

Proclamazione eletti non prima di 10 giorni
Intanto slitta la proclamazione degli eletti nel consiglio regionale. Potrebbe essere effettuata non prima di 10 o 15 giorni. È questa l'indicazione che arriva dalla Corte d'Appello di Cagliari. L'Ufficio regionale sta, infatti, ancora attendendo di ricevere i verbali dai Tribunali (Uffici circoscrizionali elettorali) che hanno effettuato le verifiche e concluso lo spoglio nelle sezioni che non avevano terminato le operazioni di scrutinio nelle 12 ore previste per legge. Subito dopo verrà effettuato un ultimo controllo sui documenti e verranno convalidati i voti per presidente, liste, e le preferenze per i consiglieri.

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