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Questo articolo è stato pubblicato il 21 febbraio 2014 alle ore 06:43.

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MILANO
Milano è il primo grande Comune italiano a segnalare all'Uif – l'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia – un'operazione sospetta di riciclaggio. Si tratta di acquisti azionari nella titolarità di alcuni esercizi di ristorazione.
Nonostante gli obblighi segnaletici previsti dalla legge 231/07, «solo il Comune di Milano – dichiara al Sole-24 Ore David Gentili, presidente della Commissione comunale antimafia di Milano – si è dotato di una struttura finalizzata ad effettuare le segnalazioni», dopo aver affrontato la questione nelle riunioni del 13 luglio 2012 e del 7 maggio 2013 nella propria Commissione antimafia.
Il traguardo è stato tagliato dopo una serie di tappe.
Con la delibera di Giunta n. 892 del 10 maggio 2013 sono state integrate le competenze della Direzione centrale entrate e lotta all'evasione, con l'assegnazione alla stessa della competenza in materia di ideazione e sviluppo del modello di organizzazione in grado di incrociare una serie di dati, in possesso dell'ente o provenienti dall'Agenzia delle Entrate o da altre pubbliche amministrazioni, al fine di ottenere una serie di indicatori che permettano di evidenziare i fattori di rischio.
Con la stessa delibera il Comune di Milano ha assegnato alla stessa Direzione l'attuazione e la gestione delle attività finalizzate ad individuare e segnalare le attività e i fatti rilevati che potrebbero costituire sospetto di operazioni di riciclaggio.
Con la deliberazione n. 1566 del 2 agosto 2013 la Giunta comunale ha poi approvato le linee di indirizzo per il potenziamento dei controlli finalizzati ad individuare e contrastare fenomeni, tra gli altri, anche di riciclaggio di denaro.
Una volta partito, il Comune non vuole più fermarsi. Oggi, verrà presenta in Commissione antimafia una nuova bozza di delibera con la quale sarà approvata la sottoscrizione del Protocollo d'intesa tra il Comune di Milano e l'Uif di Bankitalia con la quale regolamentare l'accesso ai dati e la richiesta di informazioni e la trasmissione delle segnalazioni.
L'Uif potrà quindi accedere, con tutte le garanzie di riservatezza e protezione dei dati personali, alla consultazione della banca dati del Comune e potrà richiedere al Comune le informazioni, non presenti in banca dati, che risultino necessarie ai fini dell'antiriciclaggio, in relazione a soggetti residenti sul territorio comunale.
Il Comune trasmetterà all'Uif le informazioni da cui emergano fatti e situazioni che potrebbero essere correlate al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo, utilizzando la piattaforma di gestione delle segnalazioni di operazioni sospette, messa a disposizione a tal fine dalla stessa Uif.
Con la stessa delibera saranno approvate le linee di indirizzo per la costituzione di un tavolo tecnico regionale con Anci Lombardia, che avrà il compito di formulare le linee guida per le segnalazioni di operazioni sospette e di coadiuvare i Comuni lombardi che intenderanno applicare la legge 231/07. Il tavolo provvederà inoltre a effettuare la verifica sulla metodologia individuata e a identificare gli indicatori di anomalia specifici per le pubbliche amministrazioni.
«Si tratta di un cambio di paradigma, di approccio anche culturale nel contrasto alle mafie – spiega al Sole-24 Ore Gentili – dato che il Comune non si limita a difendersi dalle mafie, ma le combatte a campo aperto, individuando il rischio di riciclaggio nel proprio territorio. Non più, solamente, il controllo nell'assegnazione dei lavori pubblici, il controllo nei cantieri, i protocolli di legalità per alzare le asticelle ed evitare che grazie a gare, appalti e convenzioni con il pubblico, le risorse recuperate dal traffico di droga, dalle estorsioni, dall'usura, vengano reimpiegate nell'economia sana. Quanto, piuttosto, un'azione di prevenzione e di sostegno alle indagini, offrendo elementi concreti, che possano essere utilizzati dalle Forze dell'ordine e dalla magistratura».
http://robertogalullo.
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