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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2014 alle ore 08:18.

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ROMA
Dovrà essere celebrato un nuovo processo d'appello a carico di Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, due degli imputati assolti in secondo grado per la strage di piazza della Loggia. Così ha stabilito la Corte di cassazione accogliendo il ricorso della Procura generale di Brescia contro le due assoluzioni. Esce invece definitivamente dalla vicenda di sangue Delfo Zorzi, l'ex estremista di destra oggi imprenditore in Giappone. È stato infatti respinto dai giudici il ricorso della Procura generale di Brescia (e delle parti civili) contro la sua assoluzione, che è dunque diventata definitiva.
«Abbiamo la conferma della responsabilità della destra e dei depistaggi», ha commentato nell'immediatezza della pronuncia il presidente dell'associazione dei caduti nella strage Manlio Milani. «Va rivalutata la posizione di Carlo Maria Maggi in quanto responsabile di Ordine Nuovo, così come quello di Tramonte come soggetto interno alla destra». «Meglio di così non poteva andare» gli fa eco Redento Peroni, uno dei feriti dalla bomba piazzata sotto il colonnato. La Cassazione, nel disporre un nuovo processo, ha anche annullato la sentenza della Corte d'assise d'appello di Brescia nella parte in cui condannava le vittime, costituitesi parti civili, al pagamento delle spese processuali alla luce dell'assoluzione degli imputati. Confermata, al contempo, la sentenza nella parte in cui escludeva il risarcimento da parte del generale dei Carabinieri Francesco Delfino. Sul punto, il collegio della quinta sezione penale della Cassazione non ha accolto le richieste del sostituto procuratore generale Vito D'Ambrosio che aveva chiesto il rinvio in sede civile per il risarcimento a una delle vittime che aveva presentato ricorso.
Alle 10.12 del 28 maggio 1974 in Piazza della Loggia, nel corso di una manifestazione antifascista dei sindacati un ordigno provocò la morte di otto persone e il ferimento di altre cento e più. I magistrati bresciani da quel momento non hanno mai smesso di indagare per individuare i responsabili e l'ultimo processo, scaturito dalla terza inchiesta, mette al centro un gruppo di ex ordinovisti veneti, già coinvolti ma poi usciti di scena nei procedimenti sulle stragi milanesi di piazza Fontana e della Questura, e il generale Francesco Delfino, il primo a indagare sull'eccidio quando era a capo del Nucleo operativo dei carabinieri. Fu proprio Delfino a indirizzare le prime indagini su un gruppo di neofascisti e di balordi bresciani imputati nel primo processo.
Non plaude certo alla decisione Carlo Maria Maggi, il medico veneziano nei cui confronti, assieme a Maurizio Tramonte, si svolgerà prossimamente il nuovo processo. «Con la strage di Brescia non c'entro nulla. Come per tutte le altre vicende in cui sono stato chiamato in causa e che si sono risolte con il riconoscimento della mia estraneità», ha dichiarato Maggi. Che non si spiega come mai sia stata confermata l'assoluzione per Delfo Zorzi, mentre per lui e Tramonte sia stato deciso un dibattimento da capo: «Si vede che non sono simpatico», ma se hanno assolto Zorzi - si chiede - «mi devono dire con chi l'avrei fatta. Tramonte non l'ho mai conosciuto. Sono sicuro che finirà tutto in una bolla di sapone». Riguardo a Ordine Nuovo, di cui era segretario veneto all'epoca della strage, Maggi fa notare che «non c'entra assolutamente nulla con Brescia e le altre stragi. Non c'è mai stato un filone stragista ed eversivo. Non rientrava nei nostri programmi». Il medico, ora ultraottantenne, esclude però di partecipare alle udienze del nuovo processo a causa dei suoi problemi fisici. Positiva invece la reazione del procuratore di Cremona, Roberto di Martino, che ha seguito tutta l'ultima inchiesta su Piazza della Loggia e i due precedenti dibattimenti. La riapertura del fronte per l'ex collaboratore dei servizi Maurizio Tramonte è una chance «perché Tramonte possa raccontare la verità su ciò che sa e chi ha voluto coprire con la sua ritrattazione». Tramonte, infatti, aveva rivelato durante le indagini di aver partecipato agli incontri preparatori dell'eccidio per poi ritrattare in aula, sostenendo, in sostanza, di essere un millantatore.
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UNA STORIA LUNGA 40 ANNI
L'attentato e i processi
Il 28 maggio 1974 a Brescia a Piazza della Loggia, durante una manifestazione antifascista dei sindacati una bomba provocò la morte di otto persone e il ferimento di altre 100
Da allora la magistratura non ha mai smesso di indagare. L'ultimo processo, scaturito dalla terza inchiesta, riguarda un gruppo di ex ordinovisti veneti e il generale Francesco Delfino
Il 14 aprile 2012 la Corte d'appello di Brescia aveva confermato la sentenza di primo grado mandando assolti i quattro imputati, Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Maurizio Tramonte e Delfino. Ieri la decisione della Consulta: esce definitavemnte dal processo solo Zorzi

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