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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2014 alle ore 18:40.
L'ultima modifica è del 22 febbraio 2014 alle ore 20:29.

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«Ho appena parlato al telefono con Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Faremo semplicemente di tutto», ha scritto il neo presidente del Consiglio, Matteo Renzi, su Twitter. Poi in una nota di palazzo Chigi Renzi, ha sottolineato di aver espresso la propria vicinanza e determinazione perché i due militari possano presto tornare a casa. «Consideriamo il vostro caso una priorità – ha sottolineato il Presidente del Consiglio a Latorre e Girone – siamo pronti a fare tutto quanto è in nostro potere per arrivare il più rapidamente possibile ad una soluzione positiva».

Mogherini chiama i marò per garantire massimo impegno
Anche il neo ministro degli esteri Federica Mogherini ha chiamato i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, per «garantire vicinanza e massimo impegno», ha scritto il neo ministro in un tweet sottolineando che le sue prime due telefonate sono state, rispettivamente, ai fucilieri e all'ambasciatore a Kiev sulla situazione ucraina.

Pinotti: è la prima preoccupazione che dobbiamo avere
«È la mia preoccupazione, è il primo pensiero che dobbiamo avere», ha dichiarato il ministro della Difesa,Roberto Pinotti, lasciando il Quirinale dopo la cerimonia del giuramento del nuovo governo, a proposito della vicenda dei marò.

Bonino: fatto tutto quello che potevo fare
«Ci siamo occupati dei marò con tutto quello che potevo fare nelle condizioni che mi erano date», ha detto l'ex ministro degli Esteri Emma Bonino salutando i militanti radicali in largo Argentina.

Mauro: continuerò a impegnarmi per i marò
Anche l''ex ministro della Difesa Mario Mauro si è congedato oggi inviando, fra le altre, un pensiero affettuoso ai fucilieri di marina, Massimiliano La Torre e Salvatore Girone che, «innocenti, stanno affrontando con grande senso del dovere e dignità impareggiabile una vicenda, sulla cui risoluzione - ha promesso Mauro - continuerò ad impegnarmi in prima persona da cittadino e senatore. La mia vicinanza e solidarietà a Massimiliano e Salvatore, e ai loro familiari, non verrà mai meno».

De Mistura non sarà a New Delhi
L'inviato del governo per la vicenda dei marò, Staffan de Mistura, non tornerà in India per assistere lunedì all'udienza fissata dalla Corte Suprema sul ricorso italiano sui ritardi e le distorsioni del processo legato all'incidente del 15 febbraio 2012 in cui sono morti due pescatori indiani. «Nelle attuali circostanze - ha detto De Mistura - abbiamo ritenuto che non era opportuno un mio nuovo viaggio in India». Martedì il presidente dell'aula n.4 della Corte, B.S. Chauhan, aveva nuovamente rinviato la decisione sul ricorso italiano concedendo un'altra settimana di tempo al procuratore generale Vahanvati per presentare la soluzione proposta dal governo per formulare i capi di accusa nei confronti di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Un nuovo aggiornamento che aveva suscitato una decisa reazione italiana materializzatasi nel richiamo dell'ambasciatore Daniele Mancini e nella convocazione alla Farnesina dell'ambasciatore indiano a Roma, Basant Kumar Gupta. È probabile che un ritorno a Delhi di De Mistura avrebbe trasmesso al governo indiano un messaggio contraddittorio, ed avrebbe rappresentato quasi una sorta di legittimazione del contenuto di quanto sarà annunciato dal Procuratore Vahanvati.

Lunedì alle 9,30 italiane il deposito dell'affidavit di Vahanvati
Secondo recenti indiscrezioni stampa, infatti, il proposito sarebbe quello di abbandonare definitivamente la Legge per la repressione della pirateria (Sua Act) lasciando per le accuse solo gli strumenti legislativi normali come il Codice penale, chiedendo però al giudice di salvare il ruolo della polizia Nia e il lavoro investigativo fatto da essa. Tutto questo sarà specificato lunedì pomeriggio a partire dalle 14 (le 9,30 italiane) quando Vahanvati dovrebbe depositare l'affidavit con la proposta governativa. Ed è probabile che dopo brevi interventi delle parti, la questione sarà nuovamente aggiornata.

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