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Questo articolo è stato pubblicato il 23 febbraio 2014 alle ore 08:16.

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Lorenzo Cesa è stato confermato a tarda notte segretario dell'Udc, dopo un testa a testa notturno con lo sfidante Giampiero D'Alia. Da un lato era infatti schierato il segretario uscente Cesa, 62 anni, che aveva accettato la proposta di una nuova candidatura nell'ambito di una linea incentrata sul Partito popolare europeo (e pazienza se nel condominio Ppe c'è anche Silvio Berlusconi) ma con un'apertura verso una squadra più giovane e un rinnovamento della struttura di governo del partito.
Dall'altro lato D'Alia, classe '66, uomo forte del partito in Sicilia che ha appena lasciato il ruolo di ministro della Pa e che puntava su una linea di netta rottura con l'apparato e i "vecchi riti" in favore di un ricambio sia politico, sia generazionale. Dopo che sono saltate tutte le prove d'intesa, il congresso dell'Udc all'auditorium della Conciliazione a Roma ieri ha visto votare i delegati per scegliere tra due uomini "forti" il nuovo leader dell'Udc.
L'esito del confronto fino alla fine era dato tutt'altro che scontato (anche se un intervento critico di un cavallo di razza come Ciriaco De Mita avrebbe dirottato alcuni voti a favore dell'ex ministro). Il leader storico Pier Ferdinando Casini non aveva voluto schierarsi (definendo Cesa e D'Alia due «fratelli»). Il vincitore, sembra comunque chiaro, dovrà archiviare la vocazione terzopolista: se da una parte c'è il Pse e dall'altra il Ppe, la collocazione in quest'ultimo è fuori discussione, che vi sia o meno Berlusconi.
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