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Questo articolo è stato pubblicato il 25 febbraio 2014 alle ore 23:30.
L'ultima modifica è del 26 febbraio 2014 alle ore 13:57.

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di Nicoletta Cottone

«La Cassa Depositi e Prestiti ci può aiutare a fare quello che ha fatto la Spagna, per circa 60 miliardi di euro, con un effetto benefico immediato. Aiuterà i fondi per lotta al credit crunch, e in 15 giorni permetterà di sbloccare i 60 miliardi che sono bloccati per i debiti della Pa», ha detto il premier Renzi a palazzo Chigi intervistato da Giovanni Floris in coda alla trasmissione Ballarò. Pronti due emendamenti per consentire alla Cdp di intervenire, ha spiegato il premier.

Cuneo fiscale: ragioniamo sugli oneri sociali
«Sul cuneo fiscale, ci sono scuole pensiero diverso, Padoan (il ministro dell'Economia, ndr) si è preso tempo per verificarle. Alcuni professori della Bocconi insistono su 20-23 miliardi, altri hanno idea diversa. Un modo è abbassare Irap, un altro è abbassare Irpef, il terzo sul quale stiamo ragionando è quello degli oneri sociali», ha detto Renzi a Ballarò. Assicura che «entro un mese ci sarà un percorso preciso, con quanto prendiamo, da dove, con fonti come spending review, recupero dei denari da accordi internazionali come quello con la Svizzera» .

Verificheremo se c'è spazio per aumentare la tassa sulle rendite finanziarie

«Nella discussione verificheremo se c'é spazio per aumentare, non sui Bot ma sulle rendite finanziarie pure, e abbassare invece il costo del lavoro», ha detto Matteo Renzi. Il presidente del Consiglio ha ricordato che «l'Italia ha una tassazione sul lavoro più alta d'Europa e una sulle rendite finanziarie sostanzialmente delle più basse, anche se aumentata di recente». Dunque un intervento, ha detto ancora, «può essere sui capital gain o sulle transazioni classiche o sui Bot. L'ipotesi emersa dalle parole di Delrio era sui 100mila che non cambiano se si pagano 15 invece di 10 euro di tasse ma io dico di attendere la riforma complessiva sistema del fiscale. C'é la delega ancora aperta».

Con Padoan decidiamo insieme, non è un signor no
Poi ha parlato del suo rapporto con il nuovo ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. ««Con Padoan decidiamo insieme», ha assicurato Matteo Renzi sottolineando che «questo é un punto importantissimo, il fatto che non ci sia contrapposizione o un 'ragioniere' che dica se una cosa si può fare o non si può fare». Il presidente del Consiglio ha assicurato che con il ministro dell'Economia «condividiamo l'idea di fondo che se non mettiamo in circolo denari ...».

Nessun conflitto di interessi per Guidi e Poletti
Ci sono problemi con la Guidi sul conflitto di interessi? «Assolutamente no», ha detto Renzi. «Quando ho chiesto alla Guidi di darmi una mano le ho chiesto come sei messa con il conflitto di interessi. Noi controlleremo giorno dopo giorno. Lo stesso con Poletti, a me piace che il ministro del Lavoro non abbia soltanto cartelline».

Voglio che palazzo Chigi sia una casa di vetro
Poi la trasparenza. «Voglio che Palazzo Chigi sia una casa di vetro in termini di trasparenza, con un investimento sulla comunicazione», ha detto il premier.

Capisco il dispiacere di Letta, ma il Pd mi ha chiesto di accelerare
Ha anche parlato del gelo con Letta, culminato nella cerimonia della campanella. «Sono molto triste per come è stata riportata la vicenda a Palazzo Chigi con Letta, ma il tempo è galantuomo. Lo so io come sono andate le cose, ma sono convinto lo sappiano anche gli italiani. Io la politica la faccio con il sentimento, non con il risentimento», ha detto il premier . «Ho pensato che é comprensibile, dal punto di vista umano, il dispiacere quando si lascia un luogo in cui si é lavorato, ma ora risolvo le questioni degli italiani». Ha detto che avrebbe preferito un'altra soluzione «ma questa accelerazione mi é stata chiesta». Da chi? «Prima di tutto dal Pd e poi dagli altri alleati. È vero o no che il governo era fermo e impantanato». «L'urgenza del cambio della guardia al governo é dettata dall'angoscia delle persone che vogliono che le cose cambino. E io avverto quest'ansia».

Spero che i grillini tornino a parlare di cose concrete
Confessa di essere rimasto «un po'colpito dai grillini» quando «per una sorta di ingenuità ho scritto a Di Maio e loro invece si sono messi, intonati da uno di loro, a schioccare le dita in Aula modello Famiglia Addams». Matteo Renzi, intervistato per Ballarò, mette sul piatto il taglio ai costi della politica e dice ai 5 Stelle: «Vadano sui tetti o dove vogliono ma fuori dei Palazzi, e oggi - annota - siamo stati 9 ore dentro la Camera, c'é gente che aspetta che le cose si facciano. E io spero che i grillini tornino a parlare di cose concrete». .

Vado avanti, al massimo mi mandano a casa
«Non c'è da mediare ma da tirare, da trainare. L'obiettivo finale è la riforma del lavoro, semplificare il fisco, modificare la Pa, cambiare la giustizia, per fare questo sono tutti d'accordo da trent'anni ma poi non lo fanno. Io vado avanti, al massimo mi mandano a casa. Se la politica sbaglia va in malora il Paese», ha detto Renzi.

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