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Questo articolo è stato pubblicato il 25 febbraio 2014 alle ore 16:27.
L'ultima modifica è del 25 febbraio 2014 alle ore 16:31.

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Promosso dalla Commissione europea, che ha alzato le stime di crescita sulla Spagna, e sostenuto dal giudizio di Moody's, che vede ormai nitidamente l'uscita dalla crisi del Paese, il premier Mariano Rajoy è entrato ieri al Parlamento di Madrid per annunciare una riforma delle tasse che alleggerirà il carico fiscale per le famiglie (soprattutto nelle fasce di popolazione più in difficoltà) e ridurrà di molto il cuneo fiscale per le imprese che creano nuovi posti di lavoro.

Rajoy affrontando, a petto in fuori, il dibattito sullo stato della nazione che terrà impegnato il Parlamento spagnolo per due giorni, ha annunciato una misura tanto semplice quanto attesa per il rilancio dell'economia in un Paese nel quale il tasso di disoccupazione è del 26% e sale sopra il 50% tra i giovani: «A partire da oggi le imprese che assumono a tempo indeterminato creando nuovi posti di lavoro potranno usufruire di una flat tax di 100 euro al mese sui contributi alla previdenza sociale per i primi due anni dall'assunzione. Si tratta del più importante impulso alla creazione di lavoro della nostra storia», ha detto il premier.

Il governo conservatore ha deciso dunque di introdurre un'imposta fissa che implica uno sconto sostanzioso per le imprese subordinata ad alcune condizioni: i nuovi contratti devono essere a tempo indeterminato (si va così anche nella direzione richiesta dall'Ocse di un livellamento tra i diversi tipi di contratto); l'impresa che si avvale della misura deve ampliare il proprio organico (si deve insomma essere in un contesto di creazione di nuovi posti di lavoro e le imprese che hanno licenziato negli ultimi sei mesi non potranno avere le agevolazioni); il nuovo assunto dovrà inoltre restare nella stessa azienda per almeno tre anni pena, in caso di rescissione anticipata del contratto, la restituzione di tutti i contributi non versati da parte dell'impresa. In Spagna, comunque, il lavoratore può essere licenziato in caso di difficoltà economiche dell'azienda.

Secondo le stime del governo, se si considera una retribuzione lorda annua di 20mila euro che oggi implica il pagamento di contributi sociali per 5.700 euro, lo sconto potrebbe sfiorare l'80% poiché l'impresa, con le nuove regole, dovrà pagare in tutto 1.200 euro.

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