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Questo articolo è stato pubblicato il 25 febbraio 2014 alle ore 06:42.

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«La cassa è vuota», avverte Oleksandr Turchinov, presidente ad interim in attesa del voto del 25 maggio. Traducendo in numeri, l'Ucraina avrebbe bisogno nel giro di una o due settimane di 35 miliardi di dollari per evitare il default. «Compito del nuovo governo - ha detto Turchinov - è fermare la caduta dell'economia, stabilizzare il tasso di cambio, assicurare il pagamento tempestivo dei salari e delle pensioni, riconquistare la fiducia degli investitori, creare nuovi posti di lavoro».
Ma questa è soltanto la seconda delle preoccupazioni del governo messo insieme in tutta fretta per evitare che il Paese precipitasse in un vuoto di potere. La prima, ha detto Turchinov, è riportare sotto controllo il conflitto civile, far rientrare le truppe e spegnere ogni tendenza separatista. A partire dalla penisola di Crimea, la regione più ostile alla leadership che si sta materializzando a Kiev e più vulnerabile perché la più vicina - anche se non geograficamente - alla Russia, che a Sebastopoli mantiene le basi della flotta del mar Nero.
«Ammutinamento armato»
«Non capiamo cosa stia succedendo laggiù, non c'è nessuno con cui parlare - ha messo le mani avanti il premier russo Dmitrij Medvedev -. I nostri interessi e le vite dei nostri concittadini sono minacciate». Medvedev ha espresso «seri dubbi sulla legittimità di una serie di organi di potere che non stanno funzionando. Per noi sarà difficile lavorare con un governo simile, il risultato di un ammutinamento armato. Anche se alcuni tra i nostri partner stranieri la pensano diversamente». La Russia ha richiamato il proprio ambasciatore a Kiev per consultazioni «a causa dell'aggravarsi della situazione» e la necessità «di un'analisi approfondita», come spiega in una dichiarazione online il ministero degli Esteri russo. Che in precedenza, con il ministro Serghej Lavrov, aveva definito «estremisti armati e teppisti» gli uomini cui si appoggia l'ex opposizione ucraina, «una minaccia diretta alla sovranità e all'ordine costituzionale in Ucraina».
Da Sochi alla Crimea?
Ancora una volta, Vladimir Putin è rimasto in silenzio. Ma secondo Debkafile, il sito dell'intelligence israeliana, è proprio nelle basi di Sebastopoli che sono state inviate le unità delle forze armate incaricate fino a ieri di proteggere le Olimpiadi di Sochi. Mentre le forze aeree nella base di Rostov-sul-Don, non lontano dall'ucraina Donetsk, sarebbero state poste in stato d'allerta. «Sarebbe un grave errore - aveva detto domenica scorsa da Washington Susan Rice, consigliere per la sicurezza nazionale - se la Russia mandasse una forza militare». In realtà la sensibilità russa nasce proprio dal fatto che in Crimea le forze militari ci sono già.
È qui, nel Sud-Est del Paese, che potrebbe essersi nascosto l'ex presidente Viktor Yanukovich, destituito dalla Verkhovna Rada sabato scorso e fermato due giorni fa a Donetsk dalle guardie di frontiera mentre cercava di lasciare il Paese: da ieri è oggetto di un mandato d'arresto per strage di civili. Insieme a lui - che secondo indiscrezioni potrebbe essere riparato in un monastero in Crimea - è ricercato anche il procuratore generale Viktor Pshonka, già sostituito dal nazionalista Oleh Makhnytsky, mentre a Serhiy Nalivaichenko del partito Udar di Vitaly Klitschko sono stati affidati i servizi di sicurezza (Sbu, l'ex Kgb). Ministro ad interim degli Interni è Arsen Avakov, come Turchinov alleato di Yulia Tymoshenko, liberata dal carcere di Kharkiv sabato scorso. A dimostrazione che almeno per ora l'alleanza tra i gruppi che hanno guidato la protesta regge: «Sembrano essersi messi d'accordo sul lasciare la leadership a Turchinov fino alle elezioni - spiega Tim Ash, analista di Standard Bank - forse a causa della sua esperienza di capo dell'Sbu sotto la Tymoshenko».
Centrali incustodite
Con Yanukovich, fa sapere Nalivaichenko, sono fuggiti tutti i responsabili regionali dell'Sbu nell'Est e nel Sud del Paese, lasciando incustoditi obiettivi strategici come le centrali nucleari. Tra le nuove nomine, in attesa del primo ministro e poi dell'elezione del presidente - per il quale si è già candidata la Tymoshenko - ieri il Parlamento ha messo alla guida della Banca centrale il deputato Stepan Kubin, per sostituire il dimissionario Ihor Sorkin. La Banca centrale e il ministero delle Finanze, ha fatto sapere ieri il ministro ad interim Jurij Kolobov, stanno lavorando 24 ore su 24 per stabilizzare il sistema finanziario.
Il crollo del rublo
Rivolto alla Russia, Turchinov ha detto di essere pronto al dialogo con Mosca «per costruire rapporti su un terreno nuovo, davvero paritario». L'incertezza innescata dalla crisi ucraina sta contribuendo ad aggravare la posizione del rublo, già colpito insieme alle valute degli altri Paesi emergenti dalle difficoltà interne alle rispettive economie e dalla riduzione del programma di acquisti di titoli della Fed. Ieri la quota di debito governativo russo in rubli detenuta da investitori stranieri è scesa al livello più basso di dieci mesi: per il rublo è stato l'anno peggiore dalla crisi del 2008.
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