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Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2014 alle ore 18:02.
L'ultima modifica è del 27 febbraio 2014 alle ore 18:06.

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Francesco Schettino è tornato a bordo della nave da crociera Costa Concordia a due anni dal naufragio del 13 gennaio 2012 costato la vita a 32 persone nell'ambito di un sopralluogo per la perizia aggiuntiva al quale aveva chiesto e ottenuto di partecipare. «Chi continua a parlare di ordine di abbandono nave non ci capisce un c...Voi giornalisti dovete documentarvi meglio». È un Francesco Schettino all'attacco quello che risponde al porto del Giglio alla ressa di giornalisti che volevano informazioni sulle modalità da lui seguite per l'abbandono della Costa Concordia. In caso di un incidente navale «bisogna mitigare - ha detto Schettino - le conseguenze tra l'ordine di abbandono nave e il panico che crea fra i passeggeri e le persone a bordo un'ordine del genere». L'ex capitano ha fotografato col cellulare il relitto dalla seconda pilotina che lo ha riportato al porto del Giglio dopo il sopralluogo.

C'è chi ha patteggiato
«C'è chi ha patteggiato ammettendo colpe, io invece ci ho messo la faccia e sto facendo un processo. Prima di dire Schettino è il colpevole o il responsabile, aspettiamo. Gli altri hanno già ammesso le loro colpe», ha detto Francesco Schettino al porto del Giglio rispondendo ai giornalisti dopo il sopralluogo sulla Costa Concordia. «Le responsabilità saranno accertate dal processo», ha proseguito. Schettino ha anche detto che «ci sono regole precise che riguardano la conduzione della nave in navigazione e non in fase di manovra, che saranno esaminate dalle persone competenti e comunque tutto sarà oggetto di una mia attenta spiegazione» nel processo.

Verusio (procuratore capo di Grosseto): nessuno dei 32 morti è deceduto per il malfunzionamento del generatore diesel di emergenza
«Nessuno dei 32 morti è deceduto perché il generatore diesel di emergenza non funzionò la sera del naufragio. Per questo non vedo la rilevanza di accertare questa circostanza in sede processuale», ha dichiarato il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, a proposito del sopralluogo di oggi dei periti sul relitto della Costa Concordia. A differenza del precedente sopralluogo, il 23 gennaio scorso, a cui fu presente, oggi Verusio non si è recato all'isola del Giglio, dove invece c'erano due suoi sostituti procuratori. «Si sa bene come sono andate le cose quella sera del 13 gennaio 2012 e lo abbiamo dinostrato», ha aggiunto Verusio. «Non abbiano nessuna prova che il generatore diesel d'emergenza quella sera non funzionava. Non si capisce bene, cioè, se era difettoso o se in seguito all'urto non entrò in funzione. In ogni caso, funzionasse o non funzionasse, il generatore disel non ha avuto nessuna rilevanza riguardo alla dinamica dei decessi».

Puliatti: il sopralluogo è andato bene
«Come è andata? Naturalmente bene», ha commentato il presidente del collegio del tribunale di Grosseto che segue il processo sul naufragio della Costa Concordia, giudice Giovanni Puliatti, rientrato al porto del Giglio al termine del sopralluogo sulla Costa Concordia. Le operazioni dei periti saranno completate da una relazione che verrà consegnata al tribunale nelle prossime settimane.

Mozione per lo smaltimento della nave
Intanto i deputati Gianfranco Chiarelli (FI) e Michele Pelillo (Pd) hanno depositato una interrogazione parlamentare a firma congiunta sul tema dello smaltimento della Concordia. L'interrogazione mira a ottenere dal governo l'istituzione di un tavolo di confronto con i soggetti deputati alla assegnazione dell'appalto per lo smaltimento del relitto, mirato a definire possibili percorsi che indirizzino l'attività verso il porto di Taranto.

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