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Questo articolo è stato pubblicato il 28 febbraio 2014 alle ore 23:45.
L'ultima modifica è del 01 marzo 2014 alle ore 15:18.

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NEW YORK - Barack Obama ha cambiato i suoi programmi ieri pomeriggio per occuparsi della crisi in Ucraina: l'ingresso di truppe russe nella penisola della Crimea, l'occupazione di due aeroporti diventano una provocazione e una escalation davanti alla quale, l'America, finora molto prudente non poteva tacere. E dunque il Presidente ha fatto una breve dichiarazione dalla Casa Bianca, nel tardo pomeriggio di venerdì poco dopo le cinque dire con chiarezza alla Russia di non interferire: «Non intervenite negli affari interni dell'Ucraina - ha detto in sostanza Obama - ci saranno conseguenze, siamo molto preoccupati. La situazione è fluida ma pericolosa».

Il dilemma per l'amministrazione Obama non è da poco. Gli americani a livello di opinione pubblica non ne possono più di missioni militari all'estero, ma Washington non può non reagire a questa escalation russa in Crimea. Il ragionamento russo è semplice: la penisola della Crimea è popolata per il 90% da russi, era stata "donata" dalla Russia all'Ucraina e dunque Mosca deve "proteggere" i suoi ex concittadini.

La partita ovviamente è più complessa: se sul piano popolare Mosca risponde a una esigenza reale delle minoranze russe in Ucraina stimata nel 30% circa, su quello strategico non può accettare di perdere una importante area di influenza incastrata all'interno dei confini meridionali della Russia.

La Penisola della Crimea è stata più volte oggetto di contesa nella storia, ma dal punto di vista del diritto internazionale non si può accettare una violazione territoriale non negoziata solo perché le istituzioni democratiche di una nazione indipendente cercano di affermare il diritto all'autodeterminazione.

Per questo Obama nella sua breve dichiarazione ha detto che il popolo ucraino ha il diritto di determinare il proprio destino. «Abbiamo chiarito che la Russia può essere parte di una soluzione nell'ambito della comunità internazionale. Ma ora siamo molto preoccupati di movimenti russi all'interno dell'Ucrania. Sappiamo che la Russia ha rapporti storici con l'Ucraina e una presenza militare in Crimea ma introdurre un rapporto di forza sarebbe una grande interferenza con quello che vogliono gli ucraini».

Sarebbe una «interferenza nelle regole della comunità internazionale e ci saranno conseguenze a fronte di un'azione militare in Ucraina. La situazione è fluida abbiamo rassicurato il nuovo governo che Washington appoggia sia lo sforzo per una transizione che la protezione dell'integrità territoriale. Ci coordiniamo con gli alleati europei e con il governo russo e vi terremo informati. È triste che questo capiti subito dopo la chiusura dei giochi Olimpici di Sochi». Obama ha anche confermato che il vicepresidente Joe Biden ha avuto conversazioni telefoniche con i rappresentanti del governo ucraino.

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