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Questo articolo è stato pubblicato il 28 febbraio 2014 alle ore 09:37.
L'ultima modifica è del 28 febbraio 2014 alle ore 12:38.

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Pechino - In attesa della riunione del Congresso Nazionale del Popolo che si riunisce la prossima settimana per impostare la politica economica e gli obiettivi del Paese per l'anno a venire, lo yuan va ancora sotto, mentre le borse cinesi guadagnano quota dalle oscillazioni della valuta di Pechino.
Il fenomeno diventa sempre preoccupante, nonostante le rassicurazioni della Safe, l'agenzia che si occupa del foreign Exchange.
Sul mercato onshore lo yuan è sceso fino allo 0,9 per cento, l'indebolimento più grave dall'aprile 2007.
Le voci in base alle quali entro i prossimi tre mesi la banca popolare cinese raddoppierà la banda di oscillazione contrastano con la politica severa dell'istituto centrale tutta orientata contro gli acquisti speculativi della moneta che negli ultimi mesi hanno creato problemi a raffica sul mercato.
In attesa dei dati sul settore manifatturiero tornano le crescenti preoccupazioni per l'impatto sulla crescita di un accumulo di credito negli ultimi anni. I responsabili politici vogliono anche scoraggiare le scommesse leva su apprezzamento dello yuan, soprattutto da parte delle imprese locali.
A Hong Kong l'indice Hang Seng è salito dello 0,1 per cento sulla scia delle performance di Cheung Kong Holdings Ltd. e Hutchison Whampoa Ltd., entrambe controllate dal miliardario Li Ka – shing.
L'indice di riferimento della borsa di Shanghai ha fermato le perdite a quota
0,2 per cento.

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