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Questo articolo è stato pubblicato il 28 febbraio 2014 alle ore 12:52.
L'ultima modifica è del 28 febbraio 2014 alle ore 12:56.

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Per guadagnare come un collega maschio, una donna europea deve lavorare 59 giorni in più. Le ultime cifre rese note oggi dalla Commissione europea parlano chiaro: il divario retributivo di genere, cioè la differenza media tra la retribuzione oraria di uomini e donne sull'intera economia, è rimasto quasi immutato negli ultimi anni ed è ancora del 16% circa (attestandosi al 16,4%, come l'anno precedente). In Italia il divario è tra i più bassi dell''Ue, anche se è un po' aumentato negli ultimi anni: 6,7%, ed è minore solo in Slovenia, Malta e Polonia. Il divario più elevato si registra invece in Estonia, Germania e Austria. In Danimarca, nella Repubblica Ceca, in Austria, nei Paesi Bassi e a Cipro si registra una costante riduzione del differenziale tra buste paga , mentre altri paesi (Polonia, Lituania) hanno invertito la tendenza al ribasso nel 2012.

La data del 28 febbraio
La Giornata europea per la parità retributiva si celebra per il secondo anno consecutivo il 28 febbraio, data che corrisponde al 59° giorno dell'anno, perché 59, appunto, sono i giorni che una donna dovrebbe lavorare in più per guadagnare quanto un uomo. «La giornata europea per la parità retributiva serve a ricordarci le disparità di condizioni retributive che ancora oggi le donne subiscono sul mercato del lavoro. Negli ultimi anni il divario si è ridotto solo in misura marginale. La constatazione più amara è che il lievissimo livellamento cui assistiamo è in buona parte attribuibile a una diminuzione delle retribuzioni maschili, come conseguenza della crisi economica, più che a un aumento di quelle femminili», ha dichiarato Viviane Reding, vicepresidente della Commissione europea e Commissaria per la Giustizia.

Le buone pratiche europee
La Commissione ha segnalato alcuni esempi di best practices sul fronte della promozione della parità retributiva nei vari paesi. Eccole: nel 2012 il parlamento belga ha adottato una legge che obbliga le imprese a condurre, ogni due anni, analisi comparative della struttura salariale. Il Belgio è anche il primo paese dell'UE ad avere organizzato (nel 2005) una giornata per la parità retributiva;il governo francese ha rafforzato le sanzioni per le aziende con più di 50 dipendenti che non rispettano gli obblighi in materia di parità di genere. Per la prima volta, a seguito di un decreto del 2012, nell'aprile 2013 due imprese sono risultate non conformi alla normativa sulla parità retributiva; la legge austriaca sulle pari opportunità impone alle imprese di presentare relazioni sulla parità retributiva. Le disposizioni, introdotte gradualmente, si applicano attualmente alle imprese con più di 250, 500 e 1000 dipendenti, mentre quelle con più di 150 dipendenti dovranno adeguarsi dal 2014; la risoluzione dell'8 marzo 2013, il Portogallo ha introdotto misure volte a garantire e promuovere la parità tra uomini e donne sul mercato del lavoro, in termini sia di opportunità che di risultati, anche attraverso l'eliminazione del divario salariale; tali misure includono l'obbligo per le imprese di rendere conto in merito al divario salariale di genere.

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