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Questo articolo è stato pubblicato il 02 marzo 2014 alle ore 16:05.
L'ultima modifica è del 03 marzo 2014 alle ore 20:14.

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C'è un punto nella cartina geografica in cui Russia e Ucraina si avvicinano così tanto da toccarsi, quasi, chiudendo ad anello il Mar d'Azov. E qui, soltanto due mesi fa, il ministero ucraino dell'Economia progettava un ponte sullo Stretto di Kerch, da costruire e finanziare insieme alla Russia. «Un investimento a cui sarebbero interessati attori importanti - confidava Valeriy Muntiyan, responsabile in quel momento per la cooperazione con la Federazione russa e i Paesi dell'Unione doganale a cui sembrava volersi avvicinare Kiev -. Europa, Federazione Russa, Cina, Kazakhstan». A Kerch la distanza massima tra le coste è di 15 chilometri, un ponte accorcerebbe di colpo le distanze tra l'Europa e Novorossiisk, il più importante porto russo sul Mar Nero. L'unico che in qualche modo potrebbe prendere il posto di Sebastopoli.

La crisi ucraina potrebbe tornare ad accendere i riflettori sulla regione di Novorossiisk anche per un'altra ragione. Perché, come era prevedibile, il confronto tra Mosca e Kiev ha subito toccato il problema del gas. A metà dicembre, accanto a un investimento del valore di 15 miliardi di dollari, il presidente Viktor Yanukovich aveva ottenuto da Vladimir Putin un forte sconto sulla bolletta energetica, il prezzo di mille metri cubi di gas ridotto di un terzo, da 400 dollari circa (il livello dei prezzi europei) a 268,50. Era la ricompensa per aver abbandonato l'idea di firmare un Accordo di associazione alla Ue.

Ora, per l'ennesima volta, quegli accordi ostaggio della politica non valgono più. Almeno agli occhi di Gazprom, che ieri mattina ha fatto dire al proprio portavoce, Serghej Kuprijanov, che a causa dei debiti accumulati l'Ucraina rischia di perdere il diritto a quello sconto che in base agli accordi di dicembre può essere rivisto trimestralmente, tra il 5 e il 10 del primo mese. Ma l'offerta, chiarisce Kuprijanov, parte dal presupposto che i pagamenti siano completi e puntuali, mentre l'Ucraina ha già accumulato un debito «enorme» di 1,55 miliardi di dollari sulle forniture del 2013 e dei primi mesi dell'anno. «Si direbbe che con questi pagamenti e con questo rispetto dei propri impegni, l'Ucraina non possa mantenere lo sconto sul gas», ha sentenziato il portavoce di Gazprom.

Così, non lontano da Novorossiisk, è prevedibile che si torni presto a riparlare di South Stream, il gasdotto voluto per bypassare l'Ucraina, insieme a Nord Stream. Dovrebbe partire da Anapa - poco lontano da Blue Stream, gasdotto operativo di Eni e Gazprom diretto in Turchia - ma che dopo un'inaugurazione in grande stile a fine 2012 per qualche tempo è rimasto addormentato mentre Putin accarezzava l'idea di poter mettere le mani senza troppi problemi sulla rete dei gasdotti ucraini, semplificandosi la via per i mercati europei. Programmi svaniti nella nuova inversione di rotta di Kiev.

Ora che la crisi rischia davvero di precipitare in guerra, e che il futuro dell'Ucraina è avvolto nel buio, disegnare scenari per le rotte dell'energia e degli scambi è ancora più difficile. Ma uno sguardo sul porto di Novorossiisk aiuta a capire perché per il Cremlino Sebastopoli - con le sue otto baie - sia così importante. Malgrado la Russia sia il Paese più esteso al mondo, le sue coste ospitano soltanto cinque porti in acque abbastanza profonde per ospitare navi militari: Murmansk oltre il Circolo polare artico, Vladivostok sul Pacifico, San Pietroburgo, Novorossiisk e Sebastopoli. E neppure Novorossiisk è una soluzione ideale, sia per la profondità inferiore rispetto a Sebastopoli ma anche perché l'area del porto dedicata alle attività commerciali - Novorossiisk è da sempre concentrato soprattutto sulle materie prime - limita lo spazio disponibile per una flotta militare.

E tuttavia le nubi che in questi mesi si sono addensate sull'Ucraina hanno spinto gli analisti militari russi a riprendere in considerazione i progetti di conversione di Novorossiisk in una base navale, accanto al porto commerciale.

Che tra i vantaggi che offre ha quello di essere libero dai ghiacci, e quindi navigabile tutto l'anno. Come base militare, rispetto a Sebastopoli Novorossiisk avrebbe un vantaggio strategico in più - se così si può dire: le navi russe potrebbero ospitare a bordo missili armati di testate nucleari. Cosa vietata in Crimea.

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