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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2014 alle ore 11:50.
L'ultima modifica è del 03 marzo 2014 alle ore 21:32.

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Il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, è stato condannato a 4 mesi per violazione dei sigilli della baita di Chiomonte. Questa la decisione del giudice monocratico Elena Rocci di Torino. Stessa condanna è stata inflitta ad Alberto Perino, leader del Movimento che si oppone alla Torino-Lione. La vicenda risale al dicembre 2010. Il giudice Rocci non ha riconosciuto per Grillo la recidiva, così come richiesto dai pm (che avevano chiesto la condanna a 9 mesi) per una precedente condanna per diffamazione.

Grillo: condannato, ma non mi arrendo
«Oggi mi hanno condannato a 4 mesi in primo grado. Non mi arrendo. La vostra solidarietà è un grande aiuto». Così su twitter Beppe Grillo commenta la condanna. Il leader M5S rimanda quindi a un post di solidarietà, di un attivista, pubblicato sul suo blog, dov si legge: «C'è condanna e condanna: per me quei quattro mesi per la rottura »di quei sigilli violati dal vento« (come avrebbe cantato Modugno) sono una medaglia al valore civile, perché non sempre la giustizia coincide con la legalità».

L'accusa: rimozione volontaria dei sigilli alla baia di Chiomonte
I pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo hanno contestato a Grillo e agli altri imputati di avere rimosso volontariamente i sigilli che erano stati posti dalla magistratura alla baita costruita abusivamente dagli attivisti No Tav nei pressi del cantiere della Torino-Lione. Prima che entrasse nell'edificio, Grillo era stato informato dai carabinieri che avrebbe commesso un reato nel caso di rimozione dei sigilli.

La difesa: valuteremo se fare ricorso
L'avvocato del leader del Movimento 5 Stelle, Enrico Grillo, ha invece sostenuto che si sia trattato di un gesto dimostrativo politico e ha chiesto l'assoluzione per il suo assistito o, in subordine, l'estinzione del reato mediante il pagamento di un'oblazione di 103 euro. «Aspettiamo le motivazioni della sentenza e valuteremo se fare ricorso», ha dichiarato l'avvocato Enrico Grillo, nipote del leader M5s dopo la lettura della sentenza.

Undici condanne e dieci assoluzioni
Complessivamente sono undici le condanne inflitte dal tribunale di Torino, la più elevata a nove mesi nei confronti del leader antagonista Giorgio Rossetto. Dieci invece le assoluzioni.

La "scomunica" di Grillo al sindaco M5S di Parma Pizzarotti
In serata, la difficile giornata del leader M5s registra anche una nuova spaccatura interna al movimento, annunciata da un tweet con cui lo stesso Grillo ha in pratica "scomunicato" il sindaco pentastellato di Parma Federico Pizzarotti. «L'incontro con i sindaci ed i candidati sindaci M5S organizzato da Pizzarotti a marzo non è stato in alcun modo concordato con lo staff, né con me», scrive infatti Grillo su Twitter sconfessando l'incontro in programma a Parma il 15 marzo, una giornata di confronto tra tutti i candidati alle prossime amministrative delle liste grillini per migliorare la comunicazione e l'omogeneità del messaggio politico dei candidati.

La replica del sindaco a 5 Stelle: «Se fare rete non va bene fate voi»
A stretto giro, la replica di Pizzarotti a Grillo arriva con un altro tweet: l'incontro di candidati e sindaci M5s a parma «é stato organizzato come quello dello scorso anno. Se fare rete non va bene fate voi».

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