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Questo articolo è stato pubblicato il 04 marzo 2014 alle ore 06:42.

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KIEV
Tanto rumore per nulla? «Per ora, non c'è nessun bisogno» di mandare truppe russe in Ucraina, secondo il presidente della Duma Serghej Naryshkin. Che sulla tv di Stato Rossija-24 ha aggiunto che il "permesso" accordato sabato scorso dal Parlamento a Vladimir Putin - inviare militari per proteggere gli abitanti di etnia russa dagli attacchi degli estremisti - dà al presidente «solo il diritto (di utilizzare le forze armate, ndr), in caso di necessità». E al momento non serve. Naryshkin vede la possibilità di risolvere la crisi ucraina attraverso il dialogo.
Il problema è che la presa dei militari russi in Crimea è sempre più ferrea, come hanno anche ammesso gli Stati Uniti: Mosca ha il completo controllo operativo sulla penisola, ha detto un alto ufficiale americano. E l'invio di 6.000 truppe di terra e aviotrasportate può essere il preludio di un'invasione più ampia. Il numero di soldati russi in Crimea, avverte da New York l'ambasciatore ucraino alle Nazioni Unite, Yuriy Sergeyev, aumenta «di ora in ora». Prendendo il controllo di edifici amministrativi e aeroporti e, tra gli obiettivi militari, assediando la base di Privolnoje. A due navi da guerra ucraine, sostiene Kiev, i russi avrebbero ordinato di arrendersi entro questa mattina, ultimatum che Mosca ha smentito.
Ma tra gli sviluppi più preoccupanti della giornata di ieri è l'aumento della tensione al di là dei confini della Crimea, e in particolare a Donetsk, provincia industriale russofona, una delle città più ostili alla rivolta del Maidan. Secondo il governo di Kiev, qui nell'Est del Paese Mosca sta organizzando provocazioni per avere il pretesto per invadere e prendere anche il controllo dell'Ucraina orientale. Dopo gli scontri violenti di sabato scorso a Kharkiv, ieri a Donetsk dimostranti filo-russi hanno occupato la sede dell'amministrazione regionale, sulla quale da tre giorni sventola la bandiera russa issata al posto di quella ucraina. I manifestanti invocavano l'arrivo di Putin, decisi a fare pressione sul parlamento locale che ha poi votato una dichiarazione a sostegno delle loro richieste, tra cui un referendum sul futuro status della regione, una consultazione che Kiev considera illegittima.
A Odessa invece si sono confrontate manifestazioni rivali, 10mila persone hanno marciato contro l'intervento dei russi mentre un corteo di auto di dimostranti filo-russi ha cercato di bloccare l'accesso alla base militare della città. Nuova manifestazione anche sul Maidan, la piazza dell'Indipendenza di Kiev: «Giù le mani dall'Ucraina!», era scritto sui cartelli mentre Vitaly Klitschko, candidato alla presidenza, diceva che il nuovo governo è ancora determinato a firmare l'Accordo di associazione alla Ue che, scatenando l'opposizione della Russia, ha acceso la miccia alla crisi.
«Siamo sull'orlo del disastro», aveva detto domenica Arseniy Yatsenyuk, il nuovo premier ucraino, invitando Putin a richiamare le forze russe. Ma finora, fa sapere il nuovo governo di Kiev - dove oggi è atteso il segretario di Stato americano John Kerry - il presidente ucraino ad interim Oleksandr Turchinov non è riuscito a stabilire un contatto con il ministero degli Esteri russo. Kiev ieri ha mobilitato la riserva. Questa notte c'è stata una riunione tesa del Consiglio di sicurezza all'Onu che ha sancito l'inconciliabilità delle posizioni: duri scambi di accuse tra Russia e Paesi Occidentali.
In Crimea intanto è caduto in mani russe il terminal di Kerch, divisa dalla costa russa da uno stretto la cui massima ampiezza è di 15 km. Fino a poco tempo fa qui russi e ucraini progettavano di costruire insieme un ponte, per ridurre le distanze con l'Europa per una rotta cruciale per le materie prime. Ieri mattina invece i russi avrebbero preso il controllo del porto di Kerch: anche se continuano a essere misteriosi sulla propria identità, a non avere alcuno stemma o alcuna bandiera sulle uniformi, pur parlando russo e viaggiando su automezzi con targhe russe. Sulla costa russa, riferiscono le guardie di frontiera ucraine, si starebbero radunando diversi blindati, in attesa di essere traghettati. Così come sta aumentando il numero delle navi al largo di Sebastopoli.
Secondo l'agenzia russa Interfax, per due volte lo spazio aereo sull'Ucraina è stato violato nella notte di domenica, facendo decollare un intercettore Sukhoj Su-27 dell'aviazione ucraina per impedire «azioni provocatorie».
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CONTROCORRENTE
Un oligarca a Dnipropetrovsk
Il presidente ad interim ucraino, Oleksandr Turchinov, ha nominato governatore dell'importante regione industriale di Dnipropetrovsk un oligarca miliardario, Igor Kolomoisky (terzo uomo più ricco di Ucraina) nel tentativo di difendere il Paese dai tentativi russi di alimentare il separatismo nell'Est. «Penso che il conflitto sarà risolto - ha detto - non capisco come ucraini e russi possano spararsi a vicenda».

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