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Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2014 alle ore 06:41.

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La marcia indietro russa di ieri mattina sul fronte della crisi ucraina si è fatta sentire anche sul fronte valutario. Tra le divise che hanno risentito maggiormente dell'allentarsi delle tensioni diplomatiche e militari nella penisola della Crimea sono state lo yen giapponese e il franco svizzero, oltre che - per ragioni facili da comprendere - il rublo russo (+0,7% sull'euro e +0,9% sul dollaro).
Le prime due monete negli ultimi giorni erano andate rafforzandosi grazie al fatto di essere considerate valute rifugio durante le congiunture geopoliticamente instabili. Ieri con il primo freno alla escalation militare di Mosca, la tendenza si è invertita e lo yen ha perso lo 0,74% contro l'euro dopo i forti guadagni accumulati a partire dalla serata di venerdì. In serata la valuta unica valeva poco più di 140 yen, mentre un dollaro viaggiava intorno a quota 102.
La moneta giapponese ieri ha perso valore contro tutte e 16 le principali valute con cui viene scambiata dopo una giornata, quella di lunedì, durante la quale aveva messo a segno i guadagni più consistenti.
Il comportamento del franco svizzero non è stato molto dissimile con una ritirata dai livelli massimi da anno a questa parte contro la valuta unica a 1,2173, comunque non lontano dallo sbarramento artificiale stabilito nel settembre del 2011 dalla Banca Nazionale Svizzera per evitare un eccessivo apprezzamento della divisa elvetica che in quelle settimane era arrivata a essere scambiata quasi alla pari con l'euro (1,0073).
Nonostante le correzioni di ieri, secondo i dati di Bloomberg sia lo yen (+3,3%) che il franco svizzero (+0,7%) continuano a essere due delle quattro valute di Paesi industrializzati che nel corso del 2014 si sono apprezzate di più.
Per quanto riguarda i prossimi movimenti dell'euro, in risalita nella serata di ieri, gli occhi sono puntati sul policy meeting della Banca centrale europea in programma giovedì quando la Bce potrebbe annunciare la non sterilizzazione degli acquisti di titoli di Stato fatti attraverso il programma Smp.
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