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Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2014 alle ore 16:12.
L'ultima modifica è del 05 marzo 2014 alle ore 18:30.

Il Venezuela commemora il primo anniversario della morte di Hugo Chavez. Dieci giorni di eventi per ricordare il leader che ha governato il Paese per 14 anni e catalizzato l'attenzione di tutti i media del mondo. I sostenitori e gli avversari si sono contrastati su tutti meno che nel riconoscere lo straordinario carisma di Hugo.
Il suo successore, Nicolas Maduro, ne è l'erede politico cui però mancano capacità di leadership e soprattutto abilità mediatiche. Che non riescono quindi a opacizzare le difficoltà economiche di un Paese in affanno, con l'inflazione al 55% e una svalutazione del bolivar che pare senza rete.
L'opposizione venezuelana si è incuneata nelle falle del governo e i cortei di protesta che quasi ogni giorno sfilano per Caracas hanno provocato la reazione uguale e contraria dei chavisti. Il risultato è la continua contrapposizione tra filogovernativi e antigovernativi.
La debolezza economica del Paese è un'arma di induscutibile efficacia nelle mani dell'opposizione che però appare ancora una volta lacerata al suo interno. Un copione che si ripete da molti anni.
I due attuali leader che si contendono la linea politica dell'opposizione sono Leopoldo Lopez ed Henrique Capriles. Il primo è per un'opzione di forza, non a caso il suo nome è legato a formazioni di estrema destra che non escludono l'uso delle armi. Il suo obiettivo è quello di destituire Chavez tramite la piazza, in un'escalation di violenza.
Il secondo, Capriles, sconfitto di poco da Maduro alle ultime elezioni politiche presidenziali, incarna invece una linea più mordiba e mira ad allargare il consenso antichavista, inglobando sempre più "chavisti pentiti".
Premesso che un intervento di forze esterne al Paese è una soluzione assolutamente improponibile, la spaccatura dell'opposizione rafforza e motiva lo spirito di resistenza del chavismo che, è chiaro a tutti, sopravvive alla morte di Chavez.
La crisi economica e l'insicurezza sono fattori potenti per motivare una legittima protesta sociale ma non per rovesciare il governo, a meno di una spaccatura all'interno delle Forze armate.
Le elezioni restano l'unica via percorribile e lo stesso Chavez, proclamandone una all'anno, ha legittimato i suoi 15 anni anni di governo presso la comunità internazionale. E con cui ha oscurato alcune sue derive dirigiste. Ecco perché anche l'opposizione di oggi non può prescindere da questo passaggio: il voto dei venezualani resta l'unico strumento utilizzabile per voltare pagina.
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