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Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2014 alle ore 16:12.
L'ultima modifica è del 05 marzo 2014 alle ore 19:30.

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L'a.d. di Fiat, Sergio Marchionne. (LaPresse)L'a.d. di Fiat, Sergio Marchionne. (LaPresse)

"Vedremo le prime scocche del Levante uscire da Mirafiori l'anno prossimo" ha detto Sergio Marchionne al Salone di Ginevra. Il Levante è il Suv destinato ad aumentare la gamma Maserati e ad accompagnarla verso l'obiettivo delle 50mila unità l'anno. "Stiamo industrializzando Mirafiori adesso, l'investimento è già partito. Dobbiamo organizzare l'impianto per ripartire", ha aggiunto il manager, riferendosi al piano di investimenti da 1 miliardo di euro promesso nello scorso settembre e destinato ad ammodernare lo storico stabilimento torinese. Mirafiori accoglierà, oltre alla produzione del Levante, altri modelli per il segmento premium. Tra questi potrebbe esserci la Alfieri, una coupé presentata qui a Ginevra sotto forma di concept car ma che potrebbe essere destinata alla produzione. Marchionne ha spiegato che "la piattaforma e i motori ci sono già. Teoricamente si potrebbe fare in 24/48 mesi".

Il polo Mirafiori-Grugliasco
La destinazione produttiva dello storico stabilimento Fiat, che attende da oltre tre anni di conoscere il proprio futuro, dovrebbe dunque essere quella di una sorta di Grugliasco-bis: "il polo del lusso è chiaro: Mirafiori e Grugliasco sono ormai abbinati" ha detto Marchionne. Già ora la produzione a Grugliasco delle berline Quattroporte e Ghibli impiega circa 2mila persone di cui metà circa arrivano da Mirafiori. Riuscirà la produzione di due modelli di lusso a saturare una fabbrica che ai tempi d'oro produceva centinaia di migliaia di vetture e che occupa ancora oltre 5mila persone? Un'altra delle ipotesi sul tappeto, ventilata in passato dallo stesso Marchionne, è quella di portare a Mirafiori anche un modello Alfa Romeo. Ma per il piano relativo al marchio del Biscione, compresi eventuali nuovi modelli da produrre a Cassino, bisognerà attendere il prossimo 6 maggio quando verrà presentato il piano 2014-2017 del gruppo Fiat Chrysler. La fabbrica di Pomigliano, dove si produce la Panda, vedrà intanto un altro anno di Cassa integrazione per 1.200 dipendenti. "Produciamo quello che vendiamo" ha detto Marchionne. La Panda, di cui Fiat ha venduto l'anno scorso 150mila unità, è stata superata per la prima volta dalla 500 made in Polonia; la concorrenza si farà quest'anno ancora più agguerrita, con i lanci di Renault Twingo, Toyota Aygo, Peugeot 108 e Citroen C1 presentate tutte qui a Ginevra. Daniele Schillaci, vice president di Toyota Motor Europe, punta a vendere nel primo anno intero di commercializzazione (ovvero il 2015) "almeno 80mila unità" della minicar, contro le 65mila del 2013.

Ripresa lenta in Europa
Molto dipenderà naturalmente dalla congiuntura in Europa. Ne ha parlato ieri Alfredo Altavilla, responsabile di Fiat Chrysler per la regione Emea. Il manager ha sottolineato che la raccolta ordini di febbraio "non è negativa, è discreta. Continuano ad andare molto
bene la famiglia 500 e la Panda. Per questo abbiamo anticipato i sabati lavorativi a Pomigliano". Quanto alla crescita delle immatricolazioni di febbraio (+8,6% rispetto al 2013), per Altavilla il mese "ha mostrato un segno positivo guidato esclusivamente dal canale noleggio. La clientela privata non si è però risvegliata, quindi andrei cauto a stappare lo spumante". Per il 2014 Altavilla per adesso conferma la previsione per l'Italia di "un mercato che sale del 2-3% rispetto ad un orribile 2013. Per l'Europa vediamo un
mercato in crescita piú o meno nello stesso ordine di grandezza con differenze notevoli tra i vari Paesi: una Francia un po' in difficoltà e un Spagna che continua a trarre vantaggio del piano di incentivi Pive".

Incontro al vertice con Psa
Ieri Marchionne ha partecipato alla riunione dell'Acea - l'associazione dei costruttori europei - e ha poi ricevuto, negli uffici riservati al management Fiat Chrysler presso lo stand del Lingotto al Salone, i vertici del gruppo Psa Peugeot-Citroen: l'amministratore delegato uscente Philippe Varin e il suo successore Carlos Tavares. La casa francese, che tra pochi mesi avrá tra i suoi principali soci i cinesi di Dongfeng, è partner di lunga data di Fiat nella produzione di veicoli commerciali leggeri ad Atessa, in provincia di
Chieti, e in Turchia. Proprio delle alleanze in corso, e non di altro, si sarebbe parlato nell'incontro - ha detto Varin.

In arrivo un ibrido canadese
Nella serata di martedì, intanto, Fiat Chrysler ha ritirato la richiesta di aiuti al Governo canadese per gli investimenti da effettuare nel Paese (la stampa locale aveva parlato di una richiesta di 700 milioni di dollari canadesi su un investimento stimato in oltre 3 miliardi.
"Stiamo andando avanti con l'investimento a Windsor e lanceremo i tre modelli di cui abbiamo parlato recentemente" ha commentato Marchionne. "Continueremo a monitorare quello che succede in Canada. Dobbiamo essere sicuri che il contesto sia competitivo". In Canada verrà prodotto dal 2016 anche il primo modello ibrido plug-in (con batterie ricaricabili dalla rete) del gruppo Fiat Chrysler. "Non abbiamo scelta. Non ho mai creduto che l'elettrico abbia un futuro, ma dell'ibrido non possiamo fare a meno".

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