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Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2014 alle ore 12:29.
L'ultima modifica è del 05 marzo 2014 alle ore 19:20.

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BRUXELLES - La Commissione europea ha lanciato stamani un nuovo richiamo all'Italia. In un atteso rapporto sugli squilibri macroeconomici nell'Unione, anticipato dal Sole 24 Ore, l'esecutivo comunitario considera che il debito elevato e la bassa competitività del paese sono "squilibri eccessivi" e chiede quindi all'Italia di agire in modo "urgente e deciso" per ridurre i rischi negativi per l'economia italiana e della zona euro.

«L'Italia – si legge nella relazione pubblicata stamani qui a Bruxelles – deve mettere mano al suo debito pubblico molto elevato e alla sua debole competitività. Ambedue queste fragilità hanno le proprie radici in una perdurante bassa crescita della produttività e richiedono una azione urgente e decisa in modo da ridurre il rischio di effetti negativi per l'economia italiana e della zona euro». L'Italia è uno di tre paesi considerati in squilibrio eccessivo. Gli altri due sono la Slovenia e la Croazia.

Il richiamo della Commissione non è per nulla banale. Nasconde la constatazione che in questi ultimi tre anni, complice la crisi debitoria, il paese ha fatto molto per ridurre il proprio deficit pubblico, ma poco per modernizzare la propria economia. L'esecutivo comunitario esorta quindi l'Italia a introdurre quelle riforme economiche che molti osservatori, anche italiani, considerano indispensabili per aiutare l'economia a uscire da un torpore ormai decennale.

Il monito di Bruxelles - che si aggiunge ai recenti richiami sull'andamento del debito nel 2014-2015 – si fa sentire mentre a Roma un nuovo governo, il terzo dopo la fine dell'era di Silvio Berlusconi nel novembre 2011, ha appena preso possesso di Palazzo Chigi. Il nuovo presidente del Consiglio Matteo Renzi ha promesso una riforma al mese. In questo contesto, la Commissione europea deve trovare il giusto equilibrio. Da un lato, deve tenere sotto pressione il paese perché affronti i suoi nodi economici. Dall'altro, l'esecutivo comunitario deve comunque trovare un modus vivendi con il nuovo governo, e in particolare con il nuovo ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.

Il messaggio proveniente oggi da Bruxelles è chiaro: se l'Italia vorrà godere di maggiore flessibilità nella riduzione del debito pubblico (di un ventesimo all'anno dal 2016 in poi, secondo le regole del nuovo patto di bilancio) dovrà prima adottare le misure economiche chieste dalla Commissione.

Nel decidere oggi di considerare l'economia italiana oggetto di uno squilibrio eccessivo, l'esecutivo comunitario si prepara a chiedere al paese riforme specifiche per risolvere la grave situazione. Solo successivamente, se l'Italia non prendesse i giusti provvedimenti, le riforme da introdurre verrebbero messe a punto da Bruxelles. Nel caso in cui il paese non rispettasse i suggerimenti, vi potrebbero allora essere sanzioni pari allo 0,1% del prodotto interno lordo.

Il rapporto pubblicato stamani mette l'accento anche su Germania e Francia. Il primo paese - ed è la prima volta che succede - è considerato in squilibrio semplice (non eccessivo), insieme ad altri 10 paesi, a causa dell'elevato attivo delle partite correnti. In questo senso, secondo la Commissione, il governo tedesco deve rafforzare la domanda interna. Il secondo paese, anch'esso in squilibrio semplice, è segnato da un crescente passivo della bilancia commerciale che riflette una bassa competitività.

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