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Questo articolo è stato pubblicato il 07 marzo 2014 alle ore 16:15.

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Premio di maggioranza, liste civetta, e trasformazione del Senato come punto preliminare per la piena applicazione della nuova legge elettorale. Sono questi i nodi critici individuati questa mattina durante il convegno organizzato a Roma dal titolo: L'Italicum, dall'accordo politico al progetto di legge. Una giornata di studio organizzata dal Sise (Società italiana di studi elettorali)

La nascita dell'Italicum
Ad aprire il dibattito è stato il professore della Luiss Roberto D'Alimonte, considerato il padre dell'Italicum. D'Alimonte ha subito precisato: "Ho collaborato con Matteo Renzi nella prima fase di stesura della legge elettorale, a gennaio. Condividevo con l'attuale premier la convinzione che per garantire la governabilità del paese fosse necessario elaborare un sistema in grado di trasformare una maggioranza relativa di voti in una maggioranza assoluta di seggi. Poi una volta che il testo è giunto in Parlamento ho partecipato sempre meno".

Dai tre modelli all'Italicum
D'Alimonte ha percorso tutto l'iter della trattativa tra Renzi e Silvio Berlusconi (e il suo plenipotenziario sulla materia, Denis Verdini): "Renzi ha preso in autonomia tre decisioni fondamentali. Primo, coinvolgere Forza Italia nella stesura della nuova legge. Poi, proporre a Berlusconi tre modelli su cui scegliere: spagnolo corretto, mattarellum corretto e porcellum rivisto. Infine, il collegamento tra legge elettorale e riforma del Titolo V e del Senato".

Dallo spagnolo al doppio turno di coalizione
Il professore della Luiss ha espresso un giudizio critico sulle modifiche che sono state attuate in parlamento, ma ha dato comunque un giudizio positivo dell'Italicum nel suo complesso. "L'iniziale accordo Renzi-Berlusconi sul sistema spagnolo è stato accantonato per l'opposizione dei piccoli partiti e del presidente della Repubblica a un meccanismo con effetti decisamente maggioritari. La svolta c'è stata la mattina del 20 gennaio, quando Verdini ha dato a Renzi il via libera sul doppio turno di coalizione".

Il nodo del ballottaggio
È nata cosi l'ossatura dell'Italicum: premio di maggioranza del 15% alla prima coalizione che supera il 37% dei voti, altrimenti si va al ballottaggio. "Io avrei preferito una soglia più alta, tra il 40 e il 50%, e un premio di maggioranza più alto almeno al secondo turno - ha detto D'Alimonte -. Ma i fatto che Berlusconi abbia accettato il doppio turno è un mezzo miracolo, visto che è convinto che gli elettori moderati al ballottaggio non vadano a votare".

Le liste civetta
D'Alimonte ha anche messo sotto la lente le soglie di sbarramento:"Io avrei preferito una soglia sola, del 4%, senza eccezioni". Poi c'è la questione delle liste civetta: quelle liste che non hanno possibilità di superare lo sbarramento, ma i cui voti sono fondamentali per far concorrere una coalizione alla conquista del premio di maggioranza: "Berlusconi e Verdini – ha spiegato D'Alimonte – non vogliono rinunciare all'1% di Storace. L'unico intervento che si è potuto fare è quello di stabilire che una lista si deve presentare in almeno un quarto dei collegi".

La riforma del Senato
L'Italicum, comunque, entrerà pienamente in vigore solo con la riforma del Senato. "È nell'ordine naturale delle cose avere prima le riforme istituzionali e poi quella elettorale – ha detto D'Alimonte -. Ma in questo caso la ragione sta nella volontà dei parlamentari, anche del Pd, di non dare a Renzi la pistola delle elezioni carica in caso di difficoltà nell'azione di governo".

Finocchiaro: al Senato la funzione di controllo
Anna Finocchiaro, presidente della Commissione Affari costituzionali al Senato, nel suo intervento ha ripreso il discorso della riforma di Palazzo Madama: "La situazione che si è determinata rappresenta anche una opportunità. La Camera dei deputati può mantenere una legge elettorale maggioritaria e il rapporto di fiducia con il governo. Il Senato, invece, con un sistema di voto più rappresantativo di tutte le forze politiche, può assumenre più una funzione di controllo, anche sull'applicazione delle leggi".

L'opposizione attacca liste civetta e premio di maggioranza
Gennaro Migliore, capogruppo di Sel alla Camera, ha criticato la possibilità di calcolare i voti delle liste civetta, sotto soglia sbarramento, nell attribuzione premio maggioranza: "Si parla tanto di voto di scambio, in questo caso si tratta di "liste di scambio": al Sud stanno già nascendo gruppi che hanno l'unico scopo di guadagnare lo 0,1-0,2% necessari a una coalizione per ottenere il premio di maggioranza. Danilo Toninelli, deputato M5S esperto di legge elettorale, ha detto che il "M5S era disponibile a trattare con il Pd, ma in Commissione" e ha criticato il premio di maggioranza, esprimendosi a favore di un sistema spagnolo, con preferenza negativa. (la possibilità per l'elettore di cancellare i candidati sgraditi).

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