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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2014 alle ore 15:54.
L'ultima modifica è del 11 marzo 2014 alle ore 17:22.

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Il Governo Renzi rilancia sulle privatizzazioni. Un piano che sarà contenuto nel nuovo Documento di economia e finanza. Se si intendesse vendere quote di Enav e Poste «e poi fermarsi lì, se di questo si trattasse ci sarebbe da pensarci 50 volte prima di procedere in questa direzione ha precisato il viceministro dell'Economia Enrico Morando nel corso di un'audizione in commissione Trasporti alla Camera. «Il nuovo Governo - ha annunciato Morando - ha l'esplicita intenzione, che troverà esplicazione nei documenti di programmazione che ci accingiamo a presentare in Parlamento, di riaprire una nuova stagione di valorizzazione, alienazione, privatizzazione del patrimonio pubblico».

Stagione che probabilmente non avrà la stessa intensità per dimensioni di quelle che abbiamo alle spalle, ma dovrà essere comunque «concentrata nel tempo». «Nemmeno le privatizzazioni degli anni 90' - ha spiegato Morando - sono state un elemento decisivo che ha consentito di ridurre di quindici punti il volume globale del debito, nemmeno allora, perché la parte consistente fu ottenuta perché al nostro, come ad altri Paesi, fu consentito di poter usufruire di tassi interesse dei Paesi che pagavano di meno, un' operazione accompagnata dal processo di privatizzazione».

L'obiettivo, ha spiegato il vice ministro «non è di realizzare la riduzione globale del debito ma di concorrere a favorire il processo di riduzione del volume globale del debito». È «un obiettivo strategico», ma «non è l'unico, e forse non è neanche il più importante» ha avvertito il viceministro all'Economia. La strategia deve «comprendere certamente la riduzione del valore globale del debito ma anche altri due obiettivi altrettanto importanti». Il primo è «lo sviluppo delle società» privatizzate: bisogna infatti «attrarre su di esse nuovi capitali per realizzare quegli investimenti che sono mancati negli ultimi anni anche per il carattere un pò esaurito dei bilanci del padrone, dell'azionista di riferimento: lo Stato». Poi, come secondo obiettivo, il nuovo Governo punta a «costruire realtà sul modello delle pubblic company che attraggano gli investitori italiani » e creino occasioni per un «aumento della propensione del risparmiatore italiano a investire in capitale di rischio». Questo perchè «abbiamo bisogno di diversificare il risparmio verso altri impieghi», anche per far fronte al «credit crunch» dovuto ad un mercato dei capitali «troppo bancocentrico».

Il Governo poi conferma «le stime attendibili ma anche improntate a grande prudenza» fornite dal Governo Letta per le privatizzazioni di Poste e Enav. Si prevede di ottenere 4 miliardi dalla vendita del 40% di Poste e un miliardo dal 49% di Enav.

Insomma, la privatizzazione di Poste ed Enav rappresenta «un primo tassello organico di una strategia» che si basa su «un disegno di carattere pluriennale ed abbraccerà tutta la legislatura» ha assicurato Morando. Annunciando che nel prossimo Def (Documento di econmia e finanza) sarà contenuto un programma esteso di privatizzazioni. Secondo il viceministro il primo passo, fatto con Poste ed Enav, era necessario perchè «bisognava fare qualcosa subito». Adesso sono necessarie «scelte coerenti con un disegno piu' ampio, che si sviluppera' con gli anni. L'orizzonte temporale di legislatura e' dunque quello giusto, per conferire credibilita' a questo disegno».

Rispondendo poi ai giornalisti in Senato, il vice ministro ha parlato del taglio del cuneo fiscale e della questione dell' individuazione delle coperture per l'annunciato intervento da 10 miliardi. Problema che secondo Morando è «sostanzialmente risolto». L'esponente del Governo infatti riferisce che si stanno mettendo a punto alcune tecnicalità ma sono state definite le «caratteristiche di fondo» delle coperture. Saranno articolate su componenti «strutturali» ed «una tantum» che sulla base del progetto pluriennale diventeranno poi strutturali.

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