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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2014 alle ore 21:31.
L'ultima modifica è del 11 marzo 2014 alle ore 21:32.

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Prende il via domani nell'Aula del Senato l'esame del disegno di legge che inserisce le quote rosa nella legge elettorale per le Europee. La decisione è giunta al termine di una Conferenza dei Capigruppo durata un'ora e mezza. Un ddl ormai considerato "materia sensibile" dopo le forti tensioni sull'introduzione delle quote rosa nella riforma elettorale della Camera bocciata con il voto segreto. L'assenza o la presenza marginale delle donne ai vertici della società è una costante della storia del nostro Paese, recita il ddl. «Basti pensare che il Global gender gap index, l'indice sul divario di ge-nere stilato annualmente dal World Econo-mic Forum, nel 2013 assegna all'Italia la settantunesima posizione».

La tripla preferenza di genere
Il testo, modificando l'articolo 14, comma 1, della legge 18/1979, introduce la cosiddetta «tripla preferenza di genere»: nel caso in cui l'elettore decida di esprimere più di una preferenza, la scelta deve comprendere candidati di entrambi i generi, pena l'annul-lamento della seconda e terza preferenza. I partiti sono obbligati a presentare liste in cui nessuno dei due sessi sia rappresentato in maniera superiore al 50%. Inoltre i primi due candidati dovranno essere di sesso diverso. Una modifica all'articolo 13 della legge n. 18 demanda all'ufficio elettorale circoscrizionale la verifica del rispetto della parità di genere in ciascuna lista, pena la cancellazione dei nomi dei candidati appartenenti al genere più rappresentato, procedendo dall'ultimo della lista, così da rispettare l'originaria disposizione. La lista è ricusata se, all'esito della cancellazione delle candidature eccedenti, contenga un numero di candidati inferiore al minimo prescritto. Nel caso in cui nell'ordine di lista i primi due candidati non siano di sesso diverso, l'ordine viene modificato collocando dopo il primo candidato quello successivo appartenente al genere diverso.

Le critiche del centrodestra: non sia grimaldello per introdurre parità di genere nell'Italicum
Nel centrodestra, invece, si critica il testo, perché potrebbe venire usato come grimaldello per introdurre la parità di genere anche nell'Italicum. E al Senato non è previsto il voto segreto in materia elettorale.

Il testo è un mix di quattro ddl di Pd, Fi e Lega
Il ddl che arriva in aula è un testo definito in commissione Affari costituzionali del Senato dopo l'esame congiunto di quattro ddl presentati da Valeria Fedeli (Pd), Maria Elisabetta Alberti Casellati (Forza Italia), Francesco Maria Amoruso (Forza Italia) e Roberto calderoli (Lega Nord). Rinviate all'aula, come chiesto dalla relatrice Doris Lo Moro (Pd) , le questioni relative alla soglia di sbarramento e all'età minima per l'elettorato passivo.

De Petris (Sel) ha chiesto una norma transitoria sulle liste
La senatrice Loredana De Petris (Sel) ha segnalato la necessità di una norma transitoria per evitare che le liste non conformi alla nuova normativa siano bocciate: infatti è già in corso la raccolta delle sottoscrizioni necessarie per la presentazione delle liste di candidati per le prossime elezioni europee.


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