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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2014 alle ore 13:37.
L'ultima modifica è del 11 marzo 2014 alle ore 13:37.

Sono le due facce della stessa medaglia. «Una crescita economica sostenuta e bilanciata è necessaria per garantire stabilità finanziaria ed evitare il rischio di un circolo vizioso». Lo ha sottolineato il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, intervenendo alla presentazione dei risultati della sperimentazione sulle competenze generali dei laureandi realizzata dall'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca. Questa crescita sostenuta e bilanciata, ha proseguito Visco, è e deve essere un «obiettivo» dei Paesi. «Ecco perché - ha aggiunto - presto particolare attenzione a questo tema».
Laurearsi in Italia rende meno che in Europa
Visco ha sottolineato l'importanza della formazione. E ha ricordato che sull'istruzione in Italia «c'é un paradosso: sembra che studiare convenga meno che altrove». Il Governatore della Banca d'Italia ha anticipato un'analisi realizzata da via Nazionale che certifica come il differenziale di reddito tra laureati e diplomati in Italia sia nettamente inferiore a quello che si registra negli altri grandi paesi europei. Visco ha poi sottolineato che i redditi lordi dei lavoratori dipendenti italiani laureati nel 2010 erano superiori di poco più del 30% rispetto a quelli dei diplomati, quindici punti percentuali in meno rispetto alla situazione presente negli altri grandi paesi europei. Il rendimento della laurea é significativamente piu basso, ha concluso Visco, per i giovani laureati italiani. La spiegazione potrebbe essere in parte legata a «una più bassa attività innovativa da parte delle imprese», a sua volta in parte legata alla difficoltà di reperire lavoratori qualificati. Secondo Visco, bisogna investire di più in ricerca e sviluppo per favorire la crescita dimensionale delle imprese e consentire loro di competere con successo nel nuovo contesto globale.
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