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Questo articolo è stato pubblicato il 12 marzo 2014 alle ore 21:25.

Il capitolo occupazione e norme correlate è senz'altro uno dei più corposi tra quelli affrontati oggi dal Consiglio dei ministri, e viaggia su due binari distinti: un disegno di legge delega sul lavoro, che disciplina l'annunciato "Jobs act", e un decreto legge per il rilancio dell'occupazione. La delega, spiega il premier in conferenza stampa, punta a «riorganizzare l'intero sistema del lavoro. Sarà il Parlamento a valutare: c'è l'assegno universale di disoccupazione, il salario minimo, la tutela per le donne in maternità...», e sottolinea il "fattore tempo": «L'importante è fare veloci». Tra le misure contenute nel decreto legge, «una misura molto importante per cui il contratto a tempo varrà per 3 anni e sarà applicabile senza causale», e la semplificazione delle norme sull'apprendistato.

Poletti: priorità del decreto legge Lavoro è la semplificazione
I dettagli li dà il ministro del Lavoro Giuliano Paoletti, che si sofferma in particolare sui contenuti del decreto legge, «il cui compito è dare un segnale immediato di semplificazione». Tre sono le cose immediate introdotte dal provvedimento: la possibilità per le aziende di ottenere il Documento di regolarità contributiva (Durc) direttamente on line, mossa che comporta «5 milioni di certificati in meno». Secondo passaggio immediato la semplificazione del contratto a termine, che riguarda il 58% dei contratti a tempo determinato in essere in Italia. La riforma prevede la possibilità di utilizzarlo fino ad un massimo di 36 mesi, senza obbligo di indicare la causale. La causale, sottolinea Poletti, è la causa di una causa di lavoro su due al termine dei contratti a termine. Eliminata anche quella che il ministro definisce una «norma tortura»: l'obbligo di far passare almeno dieci giorni tra il rinnovo di un periodo con contratto a termine e l'altro. In futuro, quindi, sarà possibile procedere al rinnovo senza interruzione, a condizione di rimanere sotto il "tetto" dei 3 anni. A cambiare sarà anche il contratto di apprendistato, che dopo essere stato un veicolo importante per l'ingresso nel mondo del lavoro negli ultimi anni è diventato residuale. Nel complesso, saranno ridotti gli oneri di vincolo degli stessi contratti, mentre verrà eliminata la norma che lega la possibilità di attivare un contratto di apprendistato alla regolarizzazione dell'eventuale contratto di apprendistato già presente in azienda.

Disegno di legge delega, in arrivo nuovo Codice del Lavoro
Per quanto riguarda invece il ddl delega, Poletti si è limitato a ripercorrere gli aspetti più significativi dei principi di delega, come l'introduzione nel giro di sei mesi di un Codice semplificato del Lavoro, una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali e della cassa integrazione che permetta una abbassamento degli oneri complessivi per le aziende e un inasprimento degli stessi ma limitato alle imprese che più ricorrono a questo strumento: chi la utilizza in modo massiccio pagherà di più. In vista anche il sostanziale superamento della Cassa integrazione in deroga, destinata ad esaurirsi per essere sostituita da uno «strumento universale che affronti il tema di tutti quelli che rimangono disoccupati», e la riforma dei servizi per l'impiego. «Lavoriamo a partire da una considerazione: nessun italiano deve stare a casa a far niente, a tutti bisogna dare un'occasione, un'occupazione che non é uguale a un lavoro», conclude il ministro del Lavoro in conferenza stampa.

Renzi assicura tempi rapidi per la delega
Per Renzi, «il ddl lavoro procederà spedito, lo dico per naso politico, avevo previsto che entro il 28 febbraio approvavamo la legge elettorale, ho 12 giorni di ritardo, scusate ma erano 8 anni che aspettavamo. In democrazia c'è battaglia, si vota e si discute ma nei voti appena fatti il governo non è mai andato sotto. È una novità».

Sacconi (Ncd) soddisfatto: bene riforma contratto a termine
Soddisfatto delle misure annunciate da Renzi il presidente dei senatori del nuovo centrodestra, Maurizio Sacconi: «Si può discutere infinitamente se le regole facciano da sé nuova occupazione ma è certo che quando le regole sono cattive, come lo sono state quelle volute dal ministro Fornero, bruciano posti di lavoro. Ci riconosciamo quindi fino in fondo nell'apprendistato quale modo ideale di ingresso nel mercato del lavoro e nella sua drastica semplificazione. Riteniamo che - continua - il contratto a termine, per come è stato ora reso più facilmente utilizzabile, possa corrispondere alle esigenze di molte imprese che vogliono crescere ma sono frenate dalle incertezze che pesano sul futuro. Condividiamo peraltro l'esigenza di un riordino complessivo delle politiche attive e passive per i disoccupati».

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