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Questo articolo è stato pubblicato il 12 marzo 2014 alle ore 12:38.

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Il premier polacco Donald Tusk (Afp)Il premier polacco Donald Tusk (Afp)

La Polonia sarà meno dipendente dal gas fornito dalla Russia con il rafforzamento della propria rete e potenziando lo sfruttamento delle risorse di shale gas. È il primo ministro di Varsavia ad affermarlo, guardando alla crisi Ucraina e chiedendo all'Unione europea di fare qualcosa di più per «garantire forniture sicure agli Stati membri». «Oggi possiamo dire che la Polonia è sufficientemente indipendente nell'approvvigionamento di gas. Non dovremo più sopportare alcun ricatto», ha spiegato Donald Tusk.

Nonostante gli sforzi nell'esplorazione di shale gas, la Polonia è ancora legata pesantemente alle importazioni per coprire il proprio fabbisogno energetico: circa i due terzi dei consumi annui di gas, per circa 10 miliardi di metri cubi, sono soddisfatti comprando gas all'estero. Dal 2009, quando il gas della Russia copriva il 91% del fabbisogno polacco di gas, Varsavia ha raddoppiato la capacità del gasdotto che arriva dalla Germania e ha costruito un nuovo collegamento con la Repubblica Ceca.

Il piano di sviluppo della rete energetica polacca prevede che sia completata entro la fine di quest'anno la costruzione di un rigassificatore a Swinoujscie, sul Baltico, con una capacità di ricevere 5 miliardi di metri cubi all'anno (soprattutto dal Qatar): dal prossimo inverno la Polonia avrà così la possibilità di accedere a fonti alternative di gas nel caso in cui la Russia dovesse interrompere le forniture: «Potremo rinegoziare efficacemente il prezzo del gas che compriamo dalla Russia, passeremo un inverno al riparo da sorprese. Non saremo più legati - ha detto Tusk - alle decisioni del nostro vicino orientale»

Tusk ha poi ribadito che «la capacità di rifornirsi di gas in modo sicuro è oggi una condizione necessaria per garantire la piena sovranità del Paese». Secondo il leader polacco, anche guardando alla crisi in Crimea, l'Unione europea dovrebbe trovare il modo di garantire la propria sicurezza energetica: «La Ue - ha detto - dovrebbe comprare il gas in blocco e poi distribuirlo tra gli Stati che ne fanno parte in base alle specifiche esigenze. Nessun fornitore, nemmeno la Russia, potrebbe avere la meglio sulla forza negoziale di un cliente grande come la Ue».

Rivolgendosi agli investitori Tusk ha inoltre illustrato le iniziative del suo governo per aumentare lo sfruttamento delle risorse energetiche del Paese. Varsavia ha infatti deciso di detassare l'estrazione di shale gas fino al 2020. Le riserve polacche sono stimate tra gli 800 e i 2mila miliardi di metri cubi e diverse compagnie, locali ed estere, hanno effettuato esplorazioni e test in una cinquantina di giacimenti. «Abbiamo adottato misure che dovrebbero incoraggiare l'esplorazione di shale gas», ha detto il capo del
governo polacco, annunciando che la detassazione sarà in vigore fino al 2020 e che successivamente le imposte non supereranno «il 40% degli utili».

Il governo polacco ha annunciato investimenti nello shale gas per 12,5 miliardi di euro nei prossimi sei anni. Lane Energy Poland, società controllata dall'americana ConocoPhillips, ha estratto il primo shale gas polacco nello scorso luglio ma non è arrivata alla commercializzazione. Alla fine del 2013 anche la Chevron ha annunciato una joint venture per l'esplorazione nel sud del Paese con PGNiG, la società di Stato polacca per l'estrazione di gas e petrolio.

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