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Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2014 alle ore 14:28.
L'ultima modifica è del 13 marzo 2014 alle ore 23:14.

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La scadenza di alcuni importanti brevetti farmaceutici, a cominciare da quello del Viagra della Pfizer, riporta in rosso l'economia irlandese, che nel quarto trimestre del 2013 ha registrato un calo congiunturale del Pil del 2,3% secondo la stima flash diffusa dall'Ufficio di statistica. Per effetto di questo dato, l'economia di Dublino su base annuale torna in territorio negativo: -0,3% dopo due anni di crescita, mentre le previsioni degli analisti erano di un incremento dello 0,3 per cento.

Per spiegare il significato della battuta d'arresto - che getta un'ombra sulla storia di successo dell'Irlanda, uscita nel dicembre scorso da un piano di aiuti internazionali da 67,5 miliardi di euro - occorre analizzare più in dettaglio i numeri, che mostrano un incremento annuo delle importazioni (+6,3%), superiore a quello dell'export (+2,9%), tradizionale traino dell'economia irlandese: un trend che ha accelerato nel quarto trimestre.

Andando ancora più a fondo, poi, si scopre che la frenata delle esportazioni ha un nome e cognome: la scadenza nel 2013 di diversi brevetti farmaceutici, con le conseguenti ricadute sul settore, che su un'economia piccola come quella irlandese ha un peso notevole. Dublino, sede di diverse multinazionali, è il quinto esportatore mondiale di farmaci. Tra i brevetti scaduti c'è anche quello del Viagra, il più famoso prodotto contro la disfunzione erettile; la scadenza del brevetto della pillola blu già dall'estate scorsa ha indotto la Pfizer, la casa farmaceutica produttrice, a ridimensionare impianti e operazioni in Irlanda, tagliando profitti e posti di lavoro.

Il dato irlandese non va dunque sopravvalutato, viste le motivazioni contingenti. Ma le ricadute della questione brevetti (ribattezzata "Patent Cliff" riecheggiando il "baratro fiscale" americano), non sono del tutto esaurite e dunque restano un'incognita per raggiungere l'ambizioso target governativo di una crescita del 2% quest'anno.

A confortare la ripresa irlandese arrivano però oggi stesso i risultati positivi dell'asta di bond decennali, la prima senza syndication dopo l'uscita dal bailout internazionale: il Tesoro ha collocato sul mercato un miliardo di titoli a un rendimento del 2,96 per cento, ai minimi dopo la crisi.

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