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Questo articolo è stato pubblicato il 14 marzo 2014 alle ore 16:23.

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Nuovo preoccupante record per il debito pubblico della Spagna che a fine 2013 ha raggiunto il 93,9% del Pil per un valore di 960,6 miliardi di euro, allineandosi con il dato dell'Eurozona . Dall'inizio della grande crisi, il debito pubblico spagnolo è più che raddoppiato: nel 2007 si attestava infatti al 36% del Pil, esattamente la metà rispetto al blocco dei Paesi che hanno adottato la moneta unica.

Secondo la Banca di Spagna, il debito nel 2013 è aumentato di quasi otto punti di Pil anche se la variazione è rimasta al di sotto delle previsioni del governo di Mariano Rajoy, che per il 2013 avevano indicato un indebitamento pari al 94,2% del prodotto interno lordo. Nel 2012, quando Madrid per ricapitalizzare il suo sistema bancario disastrato era stata costretta ad accettare un prestito internazionale per 41 miliardi di euro, il debito era balzato dal 70 all'86% del Pil.

Ad allarmare Madrid (e la Commissione europea) più che il dato complessivo è il debito accumulato dalle autonomie locali: le difficoltà nel risanare il bilancio pubblico dipendono, in larga parte, dallo scontro con le regioni alle quali viene chiesto di comprimere la spesa. Nel corso della recessione, ha mostrato tutti i suoi limiti il sistema di autonomie, nel quale le regioni controllano oltre un terzo della spesa pubblica - comprese scuole e ospedali - ma hanno una limitata capacità impositiva e vivono di trasferimenti statali. Come testimoniano le forti tensioni con gli indipendentisti della Catalogna ma anche con l'amministrazione socialista dell'Andalusia. Per la prima volta nella storia democratica del Paese, l'indebitamento delle 17 regioni autonome ha superato il 20% del Pil spagnolo: alla fine del 2013 ha raggiunto i 206,7 miliardi pari al 21,5% mentre nel 2007, quando il settore immobiliare non era ancora crollato e continuava a gonfiare anche i budget regionali, valeva il 15 per cento del Pil.

La crescita del debito pubblico spagnolo include anche le operazioni finanziarie realizzate dal governo centrale per sostenere le regioni ormai incapaci di trovare da sole risorse sul mercato: 61,5 miliardi di euro destinati a dare liquidità alle amministrazioni locali e a garantire i pagamenti dei loro fornitori. Le comunità più indebitate sono quella di Valencia con il 33% del Pil, la Castiglia-La Mancia con il 31,6% e la Catalogna con il 30 per cento.
Secondo le previsioni del governo di Rajoy, il debito pubblico spagnolo dovrebbe arrivare al 100% del Pil già nel 2015.

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