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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2014 alle ore 08:16.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 14:09.

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ROMA - Sanità, pubblico impiego, trasporti e difesa. Anche settori "sensibili" saranno investiti dal piano di tagli che sta allestendo il governo sulla base del dossier Cottarelli. Che contiene alcune opzioni, seppure non troppo invasive, su altri due versanti delicati come l'assistenza e le pensioni sui quali però il premier Matteo Renzi ha già fatto sapere di non voler intervenire, almeno nel breve periodo. Un piano quello sulla revisione della spesa finito ieri sotto la lente dall'apposito Comitato interministeriale sulla spending review. Che ha cominciato ad analizzare le 33 "azioni" proposte dal Commissario straordinario, Carlo Cottarelli (attraverso 70 schede). Con l'obiettivo di mettere nero su bianco già la prossima settimana il pacchetto dei tagli per il 2014, dal quale Palazzo Chigi conta di recuperare non meno di 5-6 miliardi per coprire quasi tutto il taglio delle tasse per quest'anno, e anche gli interventi strutturali per il biennio 2015-2016.

Tre sarebbero le indicazioni di fondo date a Cottarelli nel corso della riunione: accelerare il più possibile nella definizione della griglia finale dei tagli; rendere la dote per quest'anno più corposa dei 3 miliardi prudenzialmente indicati dallo stesso commissario straordinario in un'audizione al Senato; evitare di toccare, almeno per il 2014, oltre all'istruzione, welfare e pensioni.

Nel caso delle risorse da recuperare nel 2014, per Palazzo Chigi l'obiettivo di riferimento resta quello dei 7 miliardi su base annua. Che ricondotto agli 8 mesi in cui scatteranno i tagli (periodo compreso tra maggio e dicembre) si traduce in almeno 5 miliardi. Quanto al welfare, anche ieri sarebbe stata affrontata la questione pensioni e non solo limitatamente alla proposta di Cottarelli di ricorrere a un contributo di solidarietà temporaneo sugli assegni superiori a 2.500-3mila euro per favorire nuove assunzioni. Palazzo Chigi però ritiene più opportuno evitare qualsiasi intervento per quest'anno. E ieri anche il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, ha tenuto a precisare di non aver mai fatto riferimento a prelievi sulle pensioni.

Possibili invece tagli mirati alla sanità, seppure nell'ambito del Patto sulla salute con le Regioni, sulla Difesa, sui trasporti, a cominciare dai trasferimenti per gli autotrasportatori, e sul pubblico impiego. Un settore, quest'ultimo, che già quest'anno dovrebbe contribuire oltre che con il taglio di circa il 10% agli stipendi dei manager pubblici (per un risparmio di circa 500 milioni) con una blocco del turn over integrale (con una minore spesa di 4-500 milioni) da far scattare in via diretta o facendo leva sulla mobilità obbligatoria del personale. Probabile, sempre per quest'anno, una razionalizzazione dei trasferimenti alle imprese.

Probabile anche un intervento per avviare un nuovo coordinamento delle forze di polizia evitando troppe duplicazioni di postazioni in aree a basso livello di "sensibilità" tra carabinieri, polizia, Guardia di finanza, polizia penitenziaria e Guardie forestali. Tra le ipotesi sul tappeto quella di un piano che prevederebbe la chiusura di 300 uffici di polizia. Ma il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, assicura: l'allarme sul taglio dei presidi di sicurezza «è ingiustificato, razionalizzare non vuol dire chiudere, ma elevare i livelli di efficienza».

Già sicuri, invece, i tagli delle auto blu e ai costi della politica, con una stretta sugli organi costituzionali e sugli enti territoriali. Altrettanto sicura la nuova operazione sugli acquisti di beni e servizi dalla quale quest'anno dovrebbero arrivare non meno di 2 miliardi.

Nel pomeriggio di ieri Cottarelli avrebbe cominciato a confrontarsi con i tecnici del ministero dell'Economia sulla fattibilità di alcune opzioni d'intervento per il 2014. Anche perché già lunedì, o al più tardi martedì, il commissario straordinario dovrebbe presentare nella prossima riunione del Comitato interministeriale una relazione più dettagliata sul possibile ventaglio di misure da adottare. Misure che saranno poi scelte direttamente dalla Presidenza del consiglio, in collaborazione con i ministri interessati. Una procedura che conferma che sui tagli è stata già attivata la cabina di regia a Palazzo Chigi, come annunciato da Renzi.

A confermare che i risultati della spending review «saranno resi noti nei prossimi giorni» è stato il ministro dei Rapporti con il Parlamento e le Riforme, Elena Boschi, che ha partecipato alla riunione del Comitato, convocata dal sottosegretario alla Presidenza, Graziano Delrio, insieme ai ministri dell'Economia, Pier Carlo Padoan, della Pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, al viceministro dell'Economia, Enrico Morando, e al sottosegretario all'Interno, Gianpiero Boccia.

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