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Questo articolo è stato pubblicato il 18 marzo 2014 alle ore 07:35.

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Acque agitate nel processo sul crac Deiulemar, la compagnia di navigazione di Torre del Greco (Napoli) fallita nel 2012 con un buco di 720 milioni di euro e 13mila risparmiatori sul lastrico. Il pm della Procura di Roma Paolo D'Ovidio ha infatti presentato un conto salatissimo agli imputati: 16 anni di reclusione per i fratelli Pasquale e Angelo Della Gatta, figli di uno dei tre fondatori del gruppo armatoriale, Giovanni Battista Della Gatta. Sette anni richiesti per la sorella Micaela, sei e mezzo per la loro madre Lucia Boccia. Tredici gli anni di reclusione proposti da D'Ovidio nei confronti dell'unico fondatore della società ancora in vita, Giuseppe Lembo.

Nel corso della requisitoria, il pubblico ministero si è soffermato anche sugli eredi dell'ex amministratore unico della "Deiulemar compagnia di navigazione", Michele Iuliano: otto gli anni di reclusioni sono stati avanzati per Giovanna Iuliano, cinque per Maria Luigia Lembo, vedova del "Capitano". Tra qualche giorno (il 21 marzo) toccherà alle repliche degli avvocati del collegio difensivo, mentre la sentenza è attesa per fine maggio. Nel procedimento, si sono costituite parte civile oltre 1500 persone. Nel settembre scorso, il gip del tribunale di Roma Anna Maria Fattore aveva accettato il patteggiamento della pena - quattro anni e mezzo di reclusione – raggiunto dal pm con Leonardo Lembo, figlio di Giuseppe.

Si avvia così a conclusione il processo penale di primo grado inizialmente incardinato presso il Tribunale di Torre Annunziata, ma trasferito su decisione della Cassazione nella Capitale perché tra gli obbligazionisti c'erano anche i familiari di un magistrato in servizio nel capoluogo campano (Roma ha la competenza a indagare su fatti riguardanti le toghe partenopee sia come autori che come vittime di reati). Sequestri e dissequestri dei beni degli imputati, cortei di protesta dei quotisti e interrogazioni parlamentari hanno scandito i tempi di un'inchiesta che punta a ricostruire responsabilità, tempi e modi di una scientifica operazione di "svuotamento" dei forzieri della società, tra le più floride e ricche dell'area mediterranea. Anche se, per le migliaia di risparmiatori, il vero banco di prova sarà quello di Torre Annunziata, dove è stato costituito il comitato dei creditori per l'analisi del passivo della società di fatto dichiarata fallita nel 2012.

Il fronte investigativo si sposta, adesso, sull'estero dove sono ancora in corso le rogatorie della Procura di Piazzale Clodio per l'identificazione di eventuali tesori nascosti dietro società off-shore e paradisi fiscali: le indagini si indirizzano su Portogallo, Lussemburgo, Grecia e Irlanda. In Svizzera, invece, è stato aperto dalla magistratura del Canton Ticino un fascicolo per riciclaggio.

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