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Questo articolo è stato pubblicato il 18 marzo 2014 alle ore 16:13.
L'ultima modifica è del 18 marzo 2014 alle ore 16:30.

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«I tagli lineari in questo momento alla sanità non solo non servono ma fanno male. Noi abbiamo avuto 25 miliardi in meno in questi anni e ancora oggi abbiamo in atto diciamo la cura Monti. La cura Cottarelli noi la stiamo cercando di risparmiare all'interno con tagli non lineari ma con risparmi proprio quantificati da reinvestire invece nel sistema sanitario stesso che oggi ha bisogno di investimenti, in infrastrutture, in tecnologie e in risorse umane. Penso che possiamo recuperare 10 miliardi in 3 anni. Renzi è d'accordo», ha detto il ministro della sanità Beatrice Lorenzin a Mix 24 di Giovanni Minoli su Radio 24. Per il ministro si possono «recuperare 10 miliardi in 3 anni. Renzi è d'accordo».

Gli obiettivi del ministro
«I miei obiettivi sono il patto della salute, piano della prevenzione nazionale perché prevenire vuol dire curare e soprattutto spendere molto di meno nel futuro e una nuova legge sulla ricerca scientifica che sia attrattiva di investimenti nel nostro Paese e che aiuti i ricercatori italiani», ha dichiarato il ministro Lorenzin.

Il problema della sanità sono i manager
«Abbiamo la necessità di rimettere in piedi il sistema sanitario in due o tre anni. Quantomeno dare regole per tutti, e questo ci permetterà poi di intervenire sui territori. Ma tutti devono accettare diversi modelli di controllo. il vero problema della sanità italiana è la governance e i manager», ha dichiarato il ministro. «Dove ci sono dei buoni manager, in pochi mesi si rimette in piedi un'azienda che ha perso milioni di euro. Perché purtroppo non è prevalso la ricerca della performance». Il ministro ha detto di aver chiesto a Marianna Madia, ministro della Semplificazione e della Pa, «di cominciare a studiare insieme un nuovo modo di selezione».

Il piano anziani? È nella mia mente
«Il piano anziani? È nella mia mente», afferma Lorenzin. Ma solo nella sua mente?, chiede Minoli. «No, ma nella mente e nelle azioni. Nel momento in cui spiego ai miei interlocutori che noi andiamo verso una popolazione anziana, in cui dobbiamo trasformare l'assistenza sanitaria per andare incontro agli anziani, questo vuol dire averli al centro». Ma l'Italia è il secondo Paese più vecchio del mondo. Il 20% della popolazione è ultra sessantacinquenne con già 15 mila centenari, sottolinea Minoli. «Il tema dell'assistenza è sviluppare da una parte l'ospedale come luogo dove si curano le acuzie, cioè i casi gravi e il territorio in cui si tiene in carico il paziente, lo si aiuta a casa». Per il ministro «bisogna trasformare il sistema sanitario che non è solo erogazione di prestazioni ma anche assistenza. Sul tema dell'assistenza noi abbiamo una lacuna enorme».

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