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Questo articolo è stato pubblicato il 18 marzo 2014 alle ore 18:37.
L'ultima modifica è del 19 marzo 2014 alle ore 10:56.
«O l'Ue è una sfida politica e richiama la politica alla dignità del suo ruolo o noi perdiamo. C'è uno spread tra le aspettative dei cittadini e il rapporto con l'Europa, uno scollamento incredibile come dimostrano i sondaggi devastanti, uno tsunami». Così il premier Matteo Renzi alla presentazione (al Tempio di Adriano a Roma) del nuovo libro di Massimo D'Alema "Non solo euro. Democrazia, lavoro, uguaglianza. Una nuova frontiera per l'Europa" (edizioni Rubbettino). In sala presenti molti big storici dell'ex Pci da Beppe Vacca a Alfredo Reichlin a Franca Chiaromonte. Oltre a Walter Veltroni. Al suo arrivo, D'Alema ha regalato al premier la maglia della Roma, numero 10, quella di Francesco Totti. Renzi ha annunciato che entro una settimana sarà pronto il testo per la riforma del Senato e che non si candiderà alle europee. Il premier è ritornato poi sulla riforma del mercato del lavoro, definita «una priorità».
Tutti convinti, Ue tecnocratica allontana gente
«Nella discussione dei prossimi mesi è maturo in tutti il convincimento che l'Europa basata solo sulla stretta aderenza ai parametri tecnocratici allontana sempre di più i cittadini», ha aggiunto Renzi per il quale «prima che il debito abbiamo il problema della mancanza di crescita».
Raccontare quale Ue immaginiamo o vince Grillo
Il nemico è il populismo di Lega e M5s. In vista delle europee «se noi saremo in grado di raccontare che tipo di Europa immaginiamo forse sconfiggeremo i populismi» che in Italia hanno «le sembianze di Grillo e della Lega», ha spiega infatti il presidente del Consiglio.
Cambiare regole mercato lavoro è priorità assoluta
Il premier ha rivendicato le misure prese dal governo su contratti a termine e apprendistato per rendere più flessibile e semplificare il mercato del lavoro. «Dire che i vari interventi legislativi nel passato non hanno creato precarietà e l'hanno risolta significa negare la realtà. Cambiare e semplificare le regole è una priorità assoluta», ha detto Renzi.
Merkel? uscire da sudditanza Italia in Ue
Quanto all'incontro di ieri con la cancelliera Merkel Renzi ha incalzato: «Dobbiamo uscire dalla sudditanza che in Europa andiamo a fare gli esami, li esami li fanno i cittadini non le grandi istituzioni europee».
Merkel più interessata a legge elettorale che a economia
Il premier ha rivelato poi che «la Merkel era più interessata alla legge elettorale e alla riforma costituzionale che dell'intervento economico del nostro Governo», perché «fuori dai nostri confini - ha spiegato - diamo l'idea di essere un Paese irriformabile». La partita dell'Italia, secondo Renzi «non si gioca sulle misure economiche ma nel mostrare ai partner che le riforme le facciamo sul serio, in tempi certi, senza scadenza di legislatura e avendo il coraggio di mettere in discussione tabù che per 30 anni non sono stati toccati, dal bicameralismo alle provincie».
Italia non è Grecia, se cambiamo noi cambiamo Ue
Per Renzi l'Italia «non è l'ultima ruota del carro in Europa». E ha ammonito: «anni di dichiarazioni che avremmo fatto la fine della Grecia hanno raggrinzito le ambizioni di un paese». Poi ha rivendicato con orgoglio: «siamo la seconda manifattura, siamo secondi per avanzo primario. Se affrontiamo con decisione i guai storici e facciamo la nostra parte cambiando noi stessi, cambiamo l'Europa».
In una settimana ci siamo su ddl Senato, non mi candido a europee
Poi il premier ha ribadito la deadline delle elezioni europee per varare la nuova legge elettorale e approvare in prima lettura la riforma del Senato. «Entro il 25 maggio dobbiamo approvare la riforma istituzionale in prima lettura - ha scandito -. Nel giro di una settimana il Pd c'è, stiamo attendendo le osservazioni dai soggetti istituzionali e vedremo i presidenti delle Regioni e i sindaci, poi la prossima settimana con la direzione Pd diamo il via libera al testo». E ha ripetuto: «C'è tempo fino al 25 maggio per approvare la nuova legge elettorale». Poi ha escluso una sua candidatura alle elezioni europee: «Il presidente del Consiglio non si candida», ha chiosato.
«D'Alema? In Ue manderemo i migliori»
«Dobbiamo mandare in Europa le persone più forti che abbiamo e mi riferisco ai livelli istituzionali». Così il premier ha risposto senza sbottonarsi a chi gli chiedeva se alle europee candiderà Massimo D'Alema. «Dobbiamo rispettare un criterio di rinnovamento» e «contestualmente dobbiamo mandare in Europa le persone più forti che abbiamo», ha spiegato Renzi.
D'Alema: essere uniti per cambiare regole, non violarle
«L'Europa è il nostro destino» e dobbiamo fare «massa critica», restare uniti anche per «poterle cambiare, non violarle, le regole». Quella europea è «la grande, decisiva battaglia del futuro». Così Massimo D'Alema nel confronto sull'Europa con Matteo Renzi.
Programma Renzi coraggioso e realistico
Non sono mancati, a sorpresa, i riconoscimenti di D'Alema al presidente del Consiglio. «Quello avviato da Matteo è un programma coraggioso e realistico», ha detto l'ex premier, che ha aggiunto: «Renzi, quando dice di ridurre la spesa pubblica di due punti in tre anni, si pone un obiettivo realistico».
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