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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2014 alle ore 06:41.

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Il menù dei possibili interventi di riduzione della spesa per il pubblico impiego sul tavolo del governo s'arricchisce con una proposta di legge che prevede una nuova versione di tagli progressivi sui trattamenti economici a "prova" di Consulta. A firmare il testo è il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia (Pd). Si prevede un taglio del 6% per gli stipendi superiori ai 60mila euro lordi l'anno, del 7% per gli assegni superiori a 70mila euro lordi e dell'8% per gli stipendi oltre gli 80mila euro. L'intervento individuato avrebbe carattere temporaneo (dal 2014 al 2016), una dimensione solidaristica e sarebbe finalizzato all'obiettivo di garantire l'equilibrio di bilancio, come previsto dall'articolo 81 rafforzato della Costituzione. Secondo il proponente, il "via libera" costituzionale dopo lo stop sancito dalla Corte con le sentenze del 2012 contro i tagli del 5 e 10% sugli stipendi oltre quota 90 e 150mila euro, sarebbe giunto con la nuova sentenza della Consulta del dicembre scorso (n. 310), laddove si precisa che «sono sufficienti a sostenere la legittimità della suddetta misura (il blocco dei meccanismi di progressione automatica degli stipendi; dl 78/2010 ndr) le sole esigenze di equilibrio del bilancio statale».
Nella relazione che accompagna la proposta di legge, si indicano anche i risparmi previsti per questi tagli, che riguarderebbero il 16,4% di tutti i dipendenti pubblici: 2,5 miliardi annui. Risparmi che però vanno ben oltre (ma la cifra non è quantificata) se si conteggiano gli effetti del taglio indicato nella proposta di legge, sempre per le tre soglie citate, anche per le società controllate e authority come la Banca d'Italia, la Consob, l'Ivass. Il taglio, che opererebbe anche ai fini previdenziali, riguarda inoltre gli uffici di diretta collaborazione dei ministeri (-10%).
La proposta Boccia arriva nel giorno delle precisazioni del commissario Carlo Cottarelli sul suo piano al Senato. Per il pubblico impiego si prevede un intervento che potrebbe generare fino a 85mila esuberi da qui al 2016. Si tratta, come ha spiegato ieri il commissario, di una «stima di massima da affinare». Gli interventi di razionalizzazione di enti e amministrazioni, ha spiegato Cottarelli, comporteranno «esuberi che potranno essere riassorbiti con la mobilità». Il costo equivalente attribuito a questi esuberi è stato indicato in 3 miliardi, mentre la capienza di un ritorno al blocco totale del turn over (ipotizzabile come alternativa) equivarrebbe a circa 90mila minori assunzioni.
Il piano di Cottarelli conferma poi l'intervento sugli stipendi dei dirigenti, da cui si prevedono risparmi per 500milioni annui nel triennio.
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