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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2014 alle ore 19:39.

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Polemiche, critiche e precisazioni nel day after la presentazione del Piano per la revisione della spesa pubblica presentato dal Commissario straordinario per la spending review, Carlo Cottarelli. Il Piano, in realtà un elenco di possibili obiettivi delle forbici del risparmio su cui poi toccherà al Governo decidere dopo una attenta «analisi politica», come ha spiegato Renzi oggi alla Camera, non piace soprattutto a Forza Italia e ai sindacati.

Brunetta (Fi): il commissario non ha fatto proprio nulla
A dare fuoco alle polveri, di prima mattina, ci pensa Renato Brunetta, capogruppo Fi alla Camera, che a «Radio anch'io» liquida la documentazione predisposta dal commissario alla spending review: «finora non ha fatto proprio nulla». «Cottarelli - aggiunge - si é messo a studiare una materia che non conosceva, venendo lui dal Fmi, e in questo momento sta facendo qualche grafico, qualche tabella e qualche slide. Nella legge di stabilità del 2013 per il 2014 di tagli o di spending review praticamente non c'é nulla, quindi il lavoro di Cottarelli degli ultimi mesi finora dal punto di vista operativo si é tradotto in zero. Tanto per essere chiari, perché di chiacchiere se ne fanno tante».

Polverini (Fi): no al terrorismo sociale di Cottarelli
Rincara la dose Renata Polverini, deputata azzurra, che boccia anche lei senza appello le "schgede" con le proposte di risparmio messe sul tavolo da Cottarelli: «Si tratta di vero e proprio terrorismo sociale che solo un aspirante sicario del ceto medio può immaginare di proporre ad un Esecutivo pronto a tutto pur di sostanziare le ambizioni e gli annunci del Presidente del consiglio. Chiederò che Cottarelli sia audito dalla Commissione Lavoro della Camera affinchè emerga, di fronte ad un consesso certamente più dotato per entrare nel merito, l'impraticabilità di proposte che conclude - non dovrebbero avere cittadinanza neppure in forma accademica».

Camusso (Cgil) contro i tagli lineari alla spesa pubblica "alla Tremonti"
All'attacco della spending review che verrà anche la Cgil. Il sindacato rispolvera l'accusa al Governo di promuovere una politica di tagli lineari "alla Tremonti" per la spesa delle pubbliche amministrazioni, tagli che avrebbero «effetti immediati» di compressione sull'occupazione, con un «ritorno a una logica recessiva». Per la leader Cgil, Susanna Camusso, che parla a Bruxelles a margine di un convegno della Confederazione europea dei sindacati, «Non c'è dubbio che ci sia bisogno di una riforma della Pubblica amministrazione con un intervento su quantità e qualità della spesa, ma mi sembra - spiega - che le cose annunciate stanno nella vecchia logica dei tagli lineari e della compressione dell'occupazione, con effetti, che sarebbero immediati, di ritorno in una logica recessiva».

Bonanni (Cisl): basta con la confusione sui tagli alla spesa pubblica
Nonostante le rassicurazioni lanciate in giornata dal sottosegretario alla Presidenza del consiglio Graziano Delrio («Come ha detto il premier le bozze sono solo bozze») l'ipotesi di un intervento sugli 85mila esuberi nella Pa per generare risparmi della spesa pubblica preoccupa anche il segretario della Cisl Raffaele Bonanni, «assolutamente sconcertato» perché «non si possono buttare i dati in pasto all'opinione pubblica in questo modo, senza aver avviato prima una riflessione su come vogliamo ristrutturare la Pa, gli enti pubblici e le istituzioni. Basta con questa confusione».

Meloni (Fdi) : il "sogno italiano" di Renzi nasconde l"incubo Cottarelli"
Dalle parti dei Fratelli d'Italia scende in campo la presidente del partito, Giorgia Meloni, che in un post su Facebook boccia il «nuovo sogno italiano» promesso da Renzi, «sogno che si trasforma nei fatti nell'incubo della spending review di Cottarelli». «Se verificate, infatti, le ipotetiche coperture trovate per realizzare quanto annunciato dal premier – aggiunge Meloni - saranno un massacro sociale. Per rendersene conto è sufficiente pensare all'ipotesi di licenziamento per 85mila statali, ai tagli alla sicurezza e alle forze dell'ordine, al finanziamento dei famosi 80 euro in busta paga con le pensioni di vedove, donne, invalidi e reduci di guerra».

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