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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2014 alle ore 06:43.

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È Papa Francesco il leader più influente del mondo secondo la rivista economica Fortune. Bergoglio è al primo posto in una classifica di 50 protagonisti assoluti della politica e dell'economia globali, dalla quale resta tuttavia escluso il presidente americano Barack Obama.
Dopo la rivista Time che l'ha eletto uomo dell'anno nel 2013, dopo la copertina di Rolling Stone, Fortune ha messo Papa Francesco davanti al cancelliere tedesco Angela Merkel e ad Alan Mulally, amministratore delegato di Ford.
«Francesco ha elettrizzato la Chiesa e ha catalizzato l'attenzione di moltissime persone anche non-cattoliche impostando energicamente una nuova linea per la Chiesa», scrive Fortune sottolineando le aperture del Papa ai gay e ai divorziati e l'austerità dell'attuale Pontefice. «Il lavoro più duro per il Papa deve ancora venire», secondo la rivista americana che indica Angela Merkel come «il leader politico nazionale di maggior successo» perché «è, in pratica, il leader dell'Unione europea, e ha contribuito a mantenere intatta la Ue durante la crisi». Dopo Mulally al terzo posto, vengono Warren Buffett, Bill Clinton, la Nobel birmana Aung San Suu Kyi, il comandante delle forze Usa in Afghanistan, Joe Dunford, Bono degli U2, il Dalai Lama e al decimo il fondatore di Amazon, Jeff Bezos.
Ieri ricevendo in Vaticano i dirigenti e gli operai delle Acciaierie di Terni, Papa Francesco ha ricordato il dramma della disoccupazione: «Il lavoro non ha soltanto una finalità economica e di profitto, ma soprattutto - ha detto Bergoglio - una finalità che interessa l'uomo e la sua dignità. Se manca il lavoro questa dignità viene ferita».
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