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Questo articolo è stato pubblicato il 23 marzo 2014 alle ore 16:00.
L'ultima modifica è del 23 marzo 2014 alle ore 16:05.

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Il presidente turco Abdullah Gul ha annunciato che il blocco di Twitter, che ha sollevato tante critiche nel Paese e all'estero, sarà presto eliminato. «È una cosa spiacevole per un paese sviluppato come la Turchia, un importante attore regionale, anche perché siamo impegnati nei negoziati con l'Ue», ha notato Gul.

Mentre il presidente Gul prova a rassicurare la rete, proprio dalle indiscrezioni apparse sul web monta l'ennesimo scandalo, stavolta a sfondo sessuale, che riguarda direttamente il premier Erdogan. Secondo la rete il video hard di cui si favoleggia da tempo, esisterebbe ed avrebbe per protagonisti proprio il premier e l'ex miss turca, la bella e affascinante Defne Samyeli. Come dire che chi di censura infierisce per contrappasso rischia di "perirne", visto che il 30 marzo in Turchia ci sono le elezioni comunali e i recenti scandali non aiutano il partito del premier.

Tantopiù poi dal momento che nelle ultime settimane hanno avuto grande eco sui social network in Turchia alcune intercettazioni di telefonate compromettenti di Erdogan. In una delle telefonate lo si sente intimare al figlio di nascondere una grossa somma di denaro contante. Il 7 marzo Erdogan aveva attaccato, oltre a YouTube, anche Facebook. «Ci sono misure che prenderemo dopo il 30 marzo (data delle elezioni comunali, ndr), non lasceremo il paese in balia di Youtube e di Facebook», diceva in un'intervista televisiva.

Le autorità turche hanno messo al bando Twitter perché la piattaforma di microblogging è stata "faziosa" e non ha impedito "la sistematica diffamazione" del governo. Questa la spiegazione al blocco imposto da giovedì sera al noto social network fornita dall'ufficio del primo ministro Erdogan. «Twitter è stato usato come strumento per una sistematica diffamazione (del governo, ndr), facendo circolare intercettazioni telefoniche acquisite illegalmente e falsificate», si legge in una nota diffusa dall'ufficio del premier. «È difficile comprendere l'indifferenza di Twitter, la cui posizione è faziosa. Crediamo - prosegue la nota - che questo comportamento danneggi il marchio della società in questione e dia un'immagine sbagliata del nostro paese".

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