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Questo articolo è stato pubblicato il 24 marzo 2014 alle ore 13:04.
L'ultima modifica è del 24 marzo 2014 alle ore 13:09.

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(Afp)(Afp)

L'AJA – Doveva in origine occuparsi di sicurezza nucleare il vertice di due giorni che si aprirà oggi all'Aja. La crisi ucraina, tuttavia, ha preso il sopravvento, tanto che nel tardo pomeriggio si terrà una riunione straordinaria del Gruppo dei Sette per discutere della situazione in Europa orientale. Al di là dei gravi rischi politici, anche la situazione economica è molto preoccupante: il pericolo è il fallimento dell'Ucraina con ripercussioni drammatiche in tutta la regione e sui mercati finanziari.

Il governo russo del presidente Vladimir Putin ha minacciato di aumentare il prezzo delle materie prime vendute al paese da Gazprom e di chiedere il rimborso tambur battente dei debiti ucraini nei confronti della Russia o delle imprese russe (circa due miliardi di dollari solo per il gas). Entro dicembre, la stessa Ucraina deve rimborsare obbligazioni per sette miliardi di dollari tra prestiti del Fondo monetario internazionale e Eurobonds. Il paese è a rischio di insolvenza.

«È una possibilità concreta – spiega un diplomatico -. L'Europa ha messo a disposizione un pacchetto di 11 miliardi di euro, ma il denaro fresco è un decimo di questa somma. Per tenere in vita il paese, c'è bisogno dell'aiuto internazionale. Altrimenti si va verso il fallimento con tutte le conseguenze economiche e sociali per l'Ucraina e il nervosismo che potrebbe provocare sui mercati». L'Fmi sta negoziando un difficile pacchetto di aiuti con il governo del presidente Arseniy Yatsenyuk.

All'inizio del mese, il nuovo esecutivo a Kiev aveva detto di avere bisogno di almeno 35 miliardi di euro da qui all'inizio del 2016. «Vi è stato un aumento delle restrizioni commerciali contro i prodotti ucraini diretti in Russia – faceva notare questo fine settimana Gillian Edgeworth, economista di UniCredit a Londra –. Tenuto conto del fatto che la Russia è il primo mercato per le imprese ucraine, questa mossa avrà un impatto sull'attività economica».

Sia gli Stati Uniti che l'Unione Europea hanno annunciato la settimana scorsa nuove misure contro il governo russo per la sua ingerenza nella crisi ucraina, vietando il viaggio in Europa e in America e congelando le attività finanziarie di decine di persone, ritenute responsabili dell'occupazione della Crimea, ormai passata sotto l'egida della Russia. Durante un vertice giovedì e venerdì, i capi di stato e di governo dell'Unione hanno deciso di preparare potenziali sanzioni economiche.

Sul fronte politico è intervenuto stamani il presidente americano Barack Obama in una intervista al quotidiano olandese De Volkskrant: «È importante per la Russia capire che la comunità internazionale non accetterà la violazione della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina (…) Se la Russia continua su questa strada, le sanzioni che abbiamo cominciato a imporre, le pressioni sull'economia russa e l'isolamento diplomatico della Russia non potranno che aumentare».

La paura è che Mosca possa voler annettere anche la parte orientale dell'Ucraina, abitata da numerosi cittadini russi. A Bruxelles, il generale americano Philip Breedlove, comandante in capo delle forze Nato, ha definito «molto molto importante, molto molto credibile» la presenza di truppe russe alla frontiera russo-ucraina. «Abbiamo continuato in passato a considerare la Russia come un partner. Oggi è molto chiaro che il paese si sta comportando da avversario piuttosto che da partner».

L'escalation verbale si tocca con mano a ridosso della riunione del G-7 che si terrà quest'oggi all'Aja. Il presidente rumeno Traian Basescu ha detto di temere che la Moldavia, in cui abita una importante comunità russa, possa essere anch'essa nella linea di mira di Mosca: «Coglierò l'opportunità del vertice all'Aja per informare i partner della situazione nella regione, e della necessità di riposizionare le risorse della Nato pur di rispondere alle attività militari della Federazione russa».

La riunione straordinaria del G-7 servirà ai paesi occidentali per denunciare insieme le scelte russe, sottolineando l'isolamento internazionale della Russia, che dal 1998 ha sempre partecipato a questo consesso politico. Al di là delle scelte di Mosca, secondo molti diplomatici, se l'Ucraina è oggi sull'orlo della guerra civile è anche per la scelta dell'Unione Europea di proporre insistentemente al paese un accordo di associazione, controverso agli occhi di molti cittadini ucraini e naturalmente del governo russo.

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