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Questo articolo è stato pubblicato il 24 marzo 2014 alle ore 13:35.

Maggio si avvicina, insieme ai termini per dare esecuzione alla sentenza "Torreggiani" della Corte dei diritti dell'uomo che ha condannato l'Italia per trattamenti inumani a causa delle celle troppo affollate. In vista della scadenza, che riporterà ancora una volta sotto i riflettori europei i nostri penitenziari, il ministro della Giustizia Andrea Orlando sarà in trasferta oggi e domani dai giudici di Strasburgo. Per fornire dati aggiornati sull'emergenza, e spiegare le misure in programma. In vista, nessun "maxi-piano", ma piuttosto il rilancio di una proposta già avanzate dall'ex Guardasigilli Cancellieri a novembre, incentrate su uno sconto di pena per "trattamenti inumani", proporzionale al periodo detentivo, unita ad un mini-rimborso per ogni giorno passato in cella destinato a chi è già uscito dal carcere.

Sconto sulla pena residua per la carcerazione "inumana"
Il pacchetto di misure su cui hanno lavorato nelle ultime settimane i tecnici ministeriali riprendendo il progetto Cancellieri dovrebbe quindi concretizzarsi in uno sconto (al massimo il 20% ) sulla pena residua con carattere di misura «compensativa eccezionale» riservato a quanti siano stati sottoposti a condizioni particolarmente gravose di detenzione, in strutture che non permettevano uno "spazio personale" di almeno 3 metri quadri in cella, che è poi lo standard di riferimento della Corte dei diritti dell'uomo per individuare i "trattamenti inumani". Dallo "sconto" sarebbero assolutamente esclusi i detenuti in regime di 41-bis e quelli "ristretti"nei circuiti di massima sicurezza, e chi abbia commesso reati gravi e gravissimi.

Norma "interna" per fronteggiare il problema dei risarcimenti
Altro fronte di intervento riguarda i risarcimenti in denaro, riservati però agli ex detenuti: in gioco c'è una cifra considerevole (stimata intorno ai 60 milioni di euro), che potrebbe essere riconosciuta dalla Corte ai circa 3.000 ricorrenti le cui cause sono state congelate dalla Corte di Strasburgo fino alla scadenza del termine (28 maggio) fissato per l'adeguamento italiano, partendo da quanto stabilito dalla sentenza Torreggiani (100mila euro per i 7 detenuti-ricorrenti). Il "Piano rimediale" del ministero punta a riconoscere una cifra tra i 10 e i 20 euro per ogni giorno trascorso in carcere in condizioni "disumane". Tra gli argomenti a favore di questa soluzione, il fatto che la Corte dei diritti dell'uomo da tempo permette agli Stati di fissare la misura del "risarcimento" in base a norme ad hoc del diritto interno.

La cautela di via Arenula in attesa del "via libera" di Strasburgo
Replicando alle indiscrezioni di stampa che riassumevano i contenuti del "pacchetto" di misure predisposte dal ministro (e anticipate dal "Sole 24 Ore" a novembre), via Arenula si è affrettata oggi a sottolineare che le anticipazioni «riportano dettagli e ipotesi su sconti di pena ed eventuali risarcimenti che non saranno oggetto della proposta» di prossima presentazione a Strasburgo. Diversi sono infatti gli «aspetti ancora in fase di studio» che dovranno essere »ulteriormente approfonditi» anche alla luce dei colloqui con i giudici della Corte europea dei diritti dell'Uomo. Il ministero si muove con cautela, non volendo rischiare uno stop di Strasburgo, ma la strada sembra comunque segnata.

Gli ultimi progressi nella riduzione del numero complessivo dei detenuti
Dopo gli incontri in ambasciata che si terranno nel pomeriggio, il ministro vedrà domani i rappresentanti del Consiglio d'Europa, e a seguire il presidente della Corte dei diritti dell'Uomo. In attesa di un via libera sulle nuove misure, il ministro farà valere gli ultimi progressi relativi al numero dei detenuti: nel gennaio 2013 erano poco più di 65.700; oggi sono 60mila, quasi 6mila in meno. Un effetto, in parte, del decreto svuota-carceri varato dal precedente governo.

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